Russia e frutti cattivi

photo di repertorio

Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>

Dopo gli accordi di Monaco del 1938, inglesi e francesi, ma anche altri soggetti internazionali e persino le opinioni pubbliche che fino ad allora avevano simpatizzato con il dittatore tedesco e con i politici che ne seguivano l'esempio, si accorsero che Hitler non era proprio quel gentiluomo che pensavano. Il risultato fu quello di precipitare il mondo in uno spaventoso conflitto. Tra le due guerre l'avvento dei fascismi era stato in un certo senso concepito come un antidoto contro il bolscevismo, se pur quest'ultimo avesse rallentato la corsa, limitandosi a creare il socialismo in un solo Paese, la Russia sovietica, o tutt'al più ad affidarsi alla propaganda internazionalista presso i partiti operai dell'Occidente. Anche oggi gli alberi cattivi danno frutti cattivi come ci insegna la parabola evangelica. In Occidente si è tifato Putin fino ad ieri ed adesso ci si accorge che le autocrazie costituiscono una minaccia assai seria per le malate democrazie del mondo libero. La maschera è caduta e la crisi ucraina e le conseguenze che essa comporta hanno aperto gli occhi tardivamente a quelli che un tempo si chiamavano gli utili idioti. Si è passati dal delirante pangermanesimo all'altro delirante panslavismo del leader del Cremlino, che oltrepassa le stesse equilibrate ambizioni di potenza dell'ex Urss per ritrovare ingigantite quelle dello zarismo. Le guerre che la Russia portato fuori dei propri confini nella sua lunga storia ha dimostrato quanto siano cattivi i frutti degli alberi che in apparenza appaiono seducenti, ma che racchiudono il seme del male.
Casalino Pierluigi