Da: Angelo Giubileo <
Gli uomini non hanno un'idea comune del tempo. Eppure, per gli antichi greci, il tempo - Aion - rappresentava la misura dell'intero universo.
Aion e l'idea del tempo
Nel corso di diversi millenni - secondo lo storico della scienza Giorgio de Santillana, a partire dal Neolitico - l'uomo ha concepito l'essere essenzialmente in base alla concezione del tempo.
Ma: è la prima idea del tempo "arcaico" (Aion) a conservare in sé e per sé, intatta, tutta la "potenza" necessaria o, alla maniera di Parmenide, tutta la potenza possibile che è e non è possibile che non sia. Aion è "Il Medesimo" di Platone. Aion è l'"eterno" o "l'eternità che (in quanto tale) esclude il moto" (G. de Santillana).
Ma: formalmente, e cioè secondo quella "forma" che si oppone alla "sostanza" del nuovo canone aristotelico, Aion è l'universo stesso, che quindi appare come ed è, come dice sempre Platone: "immagine mobile dell'eternità". A conferma di ciò, de Santillana scrive: "Egli (Platone) aveva ereditato l'idea che la realtà, o meglio l'Essere, era definita soprattutto in termini di Tempo. Era lo spazio a introdurre la confusione, la molteplicità, la resistenza all'Ordine: quello che Platone chiamava l'Indisciplinato e l'Irregolare che resistono sempre alla mente".
Aion sembra quindi lasciare spazio, e non è affatto una metafora, a Xronos o Kronos o Chronos. È l'inizio del tempo "mitico", la cui idea deriva dalla separazione originaria e originale del tempo arcaico in tempo "lineare" e tempo "ciclico" (dell'"eterno ritorno"). Concezione che tuttavia rinvia, in prima e ultima istanza, all'"eternità che esclude il moto". A tale proposito, dice ancora de Santillana: "Ma da quella vagheggiata dimora immobile, sorgente e foce dei tempi, il sovrano del mondo deve procurare le misure normative valide per la sua età - misure sempre fondate, come s'è detto, sul tempo. Non ha importanza, ripetiamo, di chi si tratti".
Ma: nell'ambito del tempo mitico stesso, con "la morte del grande Pan", prevale la concezione del tempo "salvifico", tramandata - in un modo considerato successivamente emblematico - dal popolo ebreo dell'Antico Testamento. L'evento messianico diventa un evento unico e irripetibile. Non è più questione "di chi si tratti". È l'idea del tempo "cairologico" (Kairos), termine che nell'antica Grecia indicava il momento giusto, opportuno, supremo.
Ma: è del tutto evidente come anche questa idea del tempo cairologico sia ed è debitrice, derivi cioè dalla concezione del tempo arcaico, eterno, Aion. Il tempo medesimo che, alla maniera heideggeriana, echeggiando Parmenide, potremmo anche dire "l'inizio di ciò che è l'inizio che è".