La Zona Morta magazine (Marzo I 2018)

 

Cari amici,

dopo due mesi di assenza per problemi tecnici,

finalmente siamo tornati... ed è tornato anche il nostro appuntamento

con la Newsletter della Zona Morta: ogni 15 giorni

news, aggiornamenti, approfondimenti e anticipazioni.


A presto
Davide Longoni
http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/


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Ecco il nuovo numero della Newsletter de "La Zona Morta": ogni 15 giorni tante notizie, anticipazioni, classifiche, aggiornamenti… e molto, molto di più! Seguiteci su www.lazonamorta.it...

 

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ANTIPASTI

X Trofeo "La Centuria e la Zona Morta": i vincitori

Premio Ernesto Vegetti 2018: i finalisti a cura della redazione

 

PRIMI PIATTI – I VINCITORI DEL "X TROFEO LA CENTURIA E LA ZONA MORTA"

I classificato: Un elfo dal sangue puro di Valentino Poppi

II classificato: La spada e la rosa di Davide Camparsi

III classificato: B.E.N. di Emanuele Silvestro

IV classificato: Qualcuno doveva pur farlo di Valentina Zunino

V classificato: Il misto di Massimiliano Gradante

SECONDI PIATTI

Fantascienza Story 166 di Giovanni Mongini

Fantascienza Story 167 di Giovanni Mongini

Intervista a Manuela Menci di Filippo Radogna

A colloquio con Silvana De Mari a cura della redazione

 

CONTORNI – LE CRONACHE DI  

Ti piace Hitchcock? di Davide Longoni

Jenifer – Istinto assassino di Davide Longoni

FRUTTA

Unico indizio la luna piena di Mario Luca Moretti

A colloquio con Sandro Battisti di Roberto Guerra

 

DESSERT

Walter De Stradis si racconta di Filippo Radogna    

 

BEVANDE

Premio LetteraturaHorror.it 2018

90 righe di Inchiostro Nero 2018

La tua stanza profonda 2018

Fantaghirò 6 – Il ritorno?

XXIV Trofeo RiLL

FiPiLi Horror Festival 2018: arrivano i concorsi (prorogata scadenza al 15 marzo 2018)

 

EXTRA

Dopo due mesi di assenza pe problemi tecnici, torna la nostra Newsletter e tornano anche le segnalazioni "Extra". Naturalmente, dopo tutto questo tempo, abbiamo cumulato un cospicuo numero di libri da segnalarvi… per cui preparatevi a una grande abbuffata, ce n'è davvero per tutti i gusti.

 

Cominciamo con il nostro Gordiano Lupi che ci parla del volume Le case del malcontento di Sacha Naspini (Edizioni e/o - Pag. 460 - Euro 18,50).

 

"Parlare di Sacha Naspini è per me facile e complesso, al tempo stesso. Facile perché conosco la sua scrittura da sempre: ero nella giuria di un premio locale quando ho apprezzato uno dei suoi primi racconti e lui non aveva ancora pubblicato niente, sono stato tra i primi a leggere L'ingrato, che ho promosso da editore insieme a I sassi, due delle sue novelle migliori, del respiro adeguato per essere apprezzati in pochi giorni di lettura. Complesso perché in parte considero Naspini una mia scoperta - pure se lui è autorizzato a replicare come Franco Franchi, quando gli chiedevano se l'avesse scoperto Mattòli o Modugno:  "Mi ha scoperto soltanto la levatrice!". Rischio di non essere obiettivo, quindi, ma penso di riuscire a superare questo empasse facendovi assaggiare un breve passaggio della sua scrittura: "La Maremma ha questo di tremendo: all'inizio si presenta con il muso bello, per entrarti nelle grazie. Poi non ti lascia più, mostrandosi per la belva che è. Un giorno ti accorgi che la provincia ti si è ficcata nelle vene e allora tenti subito un passo d'impulso per scrollartela di dosso. Ma ormai ti hanno legato le stringhe. Quel che ne ricavi è solo una botta di bazza sul sasso della chiesina, tanto per cominciare". Oppure: "Ogni angolo di Maremma è fatto così. Ti urla nel corpo, nel brutto e nel bello. La gente di questa regione ha la pelle dura, specie dal didentro, dove a volte si ispessisce come la cotenna delle bestie. Anch'io vengo da quello stampo". E infine: "Casa vostra sa di brodo e legno ammuffito. Ma c'è anche un aroma di fondo che fa pensare al piscio di gatto, eppure in giro non ce n'è mezzo". Sarà perché anch'io son di Maremma, ove uccello che ci va perde la penna, sarà perché certi racconti che profumano di Cassola e Bianciardi passando per Tozzi e Cavoli, ma persino per Vergari e Zannoner, mi entusiasmano e mi commuovono, mi fanno riscoprire le mie radici, ma penso davvero che la vera letteratura di Naspini stia proprio da queste parti. Le sue cose migliori hanno il sapore del pane scuro maremmano, soffrono il sudore dei minatori di Ribolla e le lacrime delle madri che attendono i figli  di ritorno dai campi funestati dalla malaria. Ecco perché ritengo, per esempio, Il gran diavolo solo un buon esercizio di artigianato narrativo, ché Naspini è uno sceneggiatore nato, tu gli dai in mano una storia e lui sa scrivere di tutto, mentre Le case del malcontento è letteratura pura. Tutto nasce da L'ingrato (Il Foglio, 2006), con il personaggio del maestro Calamo e la riuscita ambientazione nel paesino immaginario con il coro delle pettegole e delle malelingue, una sorta di breve anteprima del grande romanzo corale prodotto oggi, che contiene tutto l'immaginario narrativo di Naspini. L'autore dà voce alla Maremma ricorrendo a una serie di personaggi che vivono in un paese di fantasia, tra Follonica, Roccastrada, Roselle e Montemassi, insomma un borgo collinare del grossetano, che non esiste ma che potrebbe esistere, visto che rappresenta molti luoghi reali. E i personaggi raccontano in prima persona le loro esistenze, siano il medico, lo scemo del paese, il maestro, la prostituta, una vedova, un contadino... Un esile collante lega le varie storie, ma il protagonista è corale, ogni personaggio è il simbolo di un fallimento, di una sconfitta, di una piaga tutta maremmana. Non ha molta importanza la trama e lo sviluppo finale degli eventi, il colpo di scena - che pure troverete - la parte nera e truce, quel che conta sono le vite narrate, come in una raccolta di racconti maremmani di cassoliana memoria. Un Ferrovia locale contemporaneo, una Vita agra ancor più agra di quella bianciardiana, un podere di Tozzi dipinto a tinte fosche e senza speranza. Naspini va oltre il già detto, s'inventa un linguaggio vero, preso dalla realtà contadina e maremmana, si ispira ai classici ma confeziona un genere nuovo, una novella nera che pesca nell'immaginario delle storie di paese e delle esistenze più grame e derelitte. Ci ha confidato l'autore: "Ho voluto utilizzare il meccanismo narrativo del piccolo che racconta il grande: a Le Case ci sono tante sfumature dell'animale uomo sul pianeta Terra. Le Case è una sorta di istinto collettivo dove sono messe in scena le luci e le ombre dell'essere umano, giocando con tante zone grigie". Credo che Naspini sia perfettamente riuscito nell'intento, confezionando un romanzo potente e disperato, ricco di personaggi maledetti che ricordano i protagonisti malandati delle canzoni di De André (Non al denaro non all'amore né al cielo) e le lapidi poetiche di Spoon River. Le case del malcontento sono una Spoon River maremmana, un microcosmo complesso di vite e di emozioni, che riassume - superandolo e perfezionandolo - tutto il passato narrativo di Naspini, non solo L'ingrato ma anche I sassi (uno dei personaggi è nato nello stesso paese della protagonista femminile) e I Cariolanti (San Bastiano, il dottore che sega la gamba alla madre…). Le case del malcontento è un romanzo che vedrei bene candidato al Premio Strega, anche per dare un segnale nuovo: tornare a leggere letteratura, che spesso - come il buon vino - è più facile trovare nelle botti dei piccoli e medi editori, ancora profumate di rovere e di sentori boschivi".

 

Ancora una segnalazione di Lupi, ci porta a scoprire un libro, ma soprattutto un film: Una storia milanese (1962) di Eriprando Visconti.

 

"Regia: Eriprando Visconti. Soggetto e Sceneggiatura: Renzo Rosso, Vittorio Sermonti, Eriprando Visconti. Fotografia: Lamberto Caimi. Montaggio: Mario Serandrei. Musiche: John Lewis. Paesi di Produzione: Italia / Francia. Casa di Produzione: 22 Dicembre di Ermanno Olmi. Durata: 80'. Genere: Sentimentale. Formato: 1.33 – Bianco e Nero – 35 mm. Interpreti: Daniéle Gaubert (Valeria), Enrico Thibault (Giampiero), Romolo Valli (padre di Giampiero), Lucilla Morlacchi (Francesca, sorella di Giampiero), Regina Bianchi (madre di Valeria), Rosanna Armani (Vicky), Anna Gael (amica di Valeria), Giancarlo Dettori (Dario), Ermanno Olmi (sig. Turchi).

Un libro interessante e utile come Prandino – L'altro Visconti, curato da Corrado Colombo (aiuto regista del Visconti meno noto) e da Mario Gerosa (esperto di cinema  a tutto tondo), edito in questi giorni da Edizioni Il Foglio, mi ha convinto a riscoprire la scarna filmografia del talentuoso regista milanese. Nove lungometraggi, in fondo, quasi tutti accomunati da un unico tema: dimostrare l'incomunicabilità tra uomo e donna (sula scia di Antonioni) e la fragilità del rapporto sentimentale (seguendo Bergman).

Eriprando Visconti (1932 - 1995) viene avvicinato dalla critica più attenta a registi come Alberto Cavallone e Cesare Canevari, per tematiche affrontate e modo di sperimentarle da un punto di vista cinematografico, esibendo anche il non mostrabile, per scelta professionale e onestà intellettuale. Eriprando Visconti, detto Prandino, sin dal primo film, pur rispettando le convenzioni cinematografiche dei primi anni Sessanta, cerca di andare oltre, mettendo in primo piano il personaggio di una donna libera, indipendente, insoddisfatta, che non si accontenta del matrimonio e di un figlio, ma che vuole essere interprete della sua vita. Valeria - che ha il volto della giovanissima quanto brava Gaubert- è una donna che lascia gli uomini, che decide la fine di un rapporto, che perde la verginità, aspetta un figlio e va ad abortire in Svizzera per non essere costretta a sposarsi; è una donna che non cerca il matrimonio come scopo di vita ma vuole essere libera da condizionamenti. Bravo anche Enrico Thibault  nel ruolo maschile da borghese innamorato, uomo del suo tempo che non comprende una donna così diversa da come dovrebbe essere secondo un ruolo assegnato dalla tradizione. I due attori principali sono giovani e alle prime esperienze ma vengono guidati con mano ferma da un regista che pretende molto da loro, soprattutto una recitazione teatrale ricca di dialoghi e di primi piani, molto impostata ma naturale, secondo regole che provengono dalla lezione neorealista.

Una storia milanese è un film originale, girato in maniera perfetta, fotografato in un nebbioso e languido bianco e nero dal bravo Caimi, impaginato da Serandrei, tra piani sequenze e primissimi piani, intensi campi e controcampi, ricco di dialoghi verbosi e complessi, sempre ben impostati. Visconti espone la sua idea di cinema e dimostra di avere le idee chiare sin dalla prima opera, anche se la gigantesca ombra dello zio peserà non poco sulla produzione futura, relegandolo ai margini del sogno.

Ermanno Olmi produce e interpreta un piccolo ruolo che prevede tre lunghe sequenze insieme all'attrice principale, quasi un viatico di un grande regista a un giovane autore. Visconti junior descrive con sapienza la Milano del boom, le contraddizioni di una famiglia borghese, il rapporto tra padre e figlio, l'affetto complice per la sorella e la frequentazione di amici della stessa classe sociale con i quali trascorre serate sempre uguali e va a caccia in palude.

Colonna sonora straordinaria di John Lewis, che comprende brani di Enzo Jannacci e di musica popolare, per una pellicola che passa dal mito americano all'esaltazione della tecnica, polemizza con la cultura classica imperante, mostra il traffico di una Milano attiva e moderna, i navigli, la campagna fredda e nebbiosa.

Alcune sequenze d'amore si spingono oltre il lecito per la rigida censura del periodo storico, cosa che costa un divieto ai minori per una pellicola in ogni caso adatta a un pubblico adulto e preparato. Una storia milanese è un film coraggioso, per niente convenzionale, una piccola storia d'amore descritta con rapide pennellate, iniziata e finita per volontà di una donna che vuole essere libera e indipendente. Un film risolto, teatrale, intenso, a tratti persino poetico, sceneggiato con cura e senza sbavature, che analizza in maniera approfondita la psicologia dei personaggi. Visconti  mette sul piatto della bilancia i temi futuri della contestazione giovanile e dell'emancipazione femminile, anticipando la lotta femminista che condurrà l'Italia ad accettare la modernità, divorzio e aborto compresi.

Da rivedere, consapevoli che per essere apprezzati certi film devono essere storicizzati e lo spettatore deve calarsi nella temperie culturale che li ha prodotti".

 

Ed ecco un'altra segnalazione di Gordiano Lupi, che ci parla stavolta di libri e musica, segnalandoci Ho sognato di vivere - Variazioni sul tema del tempo in Roberto Vecchioni di Mario Bonanno (Stampa Alternativa - Grande Concerto; Pag.100 - Euro 14).

 

"Credo di aver letto quasi tutti i libri di Mario Bonanno, che seguo dai tempi in cui dirigeva una bella rivista musicale edita da Bastogi, dedicata alla musica italiana e soprattutto ai cantautori, ma non a musicisti stile Pino Daniele e Claudio Baglioni... solo a cantautori impegnati, i cui testi sono molto vicini alla poesia. Al tempo stesso, ascolto Roberto Vecchioni dal 1970, ho visto il mio primo concerto del professore, a Firenze, al teatro tenda di Lungarno Moro, nel 1985. Fu una cosa stupenda. Ricordo ancora quando prima di cantare Improvviso paese disse che quella canzone la conosceva soltanto lui e che la metteva in scaletta per pochi intimi. La mia ragazza del tempo mi prese per pazzo quando ripresi parola per parola, con le lacrime agli occhi, la musica del cantautore milanese e andai avanti con E' vero Fulvio/ dimmi che è vero/ quante hai saputo/ prenderne in giro… 

Ecco, tutto questo per avvisare che Ho sognato di vivere non è il solito librettino che vi racconta quattro fesserie su Vecchioni, un po' di pettegolezzi, le vicissitudini affettive legate alla singola canzone e l'esegesi della scrittura. No davvero. Questo libro di Bonanno è un saggio profondo e meditato sulla musica di Vecchioni, parte dell'idea che di poesia si tratta - aiutata dalla sonorità delle note - e come tale la spiega, ricorrendo alla filosofia di Bergson e alla letteratura di Borges, alla poesia di Rimbaud e Verlaine, abbandonandosi a meditazioni sul tema del tempo, della morte, della religione e della vita, analizzando parole e rime.

Vecchioni è cultura postmoderna in tutti sensi, capace di parlare in una stessa canzone di Carl Barks e Moravia, di Paperino e di Ulisse, dell'Atalanta e del senso della vita. Molte citazioni dai testi - anche i meno noti - di Vecchioni, ti fanno venire voglia di andare a riascoltare l'intera produzione, ma troviamo anche documentate appendici dove leggiamo l'interpretazione autentica del professore che approfondisce le sue stesse parole.

Un libro dedicato a chi conosce a fondo l'opera di Roberto Vecchioni, uno dei nostri cantautori più interessanti, un intellettuale - autore di romanzi profondi e di racconti intensi - a tutto tondo, che non presenterà mai il Festival di Sanremo (per fortuna!) ma che (in compenso) l'ha vinto. Non con la sua canzone più bella, che per me resta L'uomo che si gioca il cielo a dadi. Dedicata a tutti i padri del mondo. Il libro costa 14 euro, prezzo poco accessibile per un libro di 100 pagine, ma è in carta patinata e ci sono dieci pagine di foto a colori. Se amate Vecchioni vale la pena, date retta…".

 

Sempre dal nostro Gordiano Lupi arriva la segnalazione della rinascita della rivista on line de Il Foglio Letterario: più bella e ricca che mai, assolutamente da non perdere!

 

E ancora, infine, per le Edizioni Il Foglio Letterario non perdetevi il libro Matroneum, la vera storia di Camilla Faà Gonzaga di Frank Iodice, la  prima autobiografia in prosa di una donna italiana, un atto di denuncia di incredibile attualità, rimasto inedito per quattro secoli.

Corte di Mantova, 1616. Una damigella di nome Camilla Faà sposa in segreto il duca Ferdinando Gonzaga. Ma il matrimonio risulta illegittimo, orchestrato dal duca e dai suoi collaboratori con lo scopo di convincere la giovane Camilla a concedersi a lui. Dalla loro unione nasce Giacinto, l'unico erede alla corte dei Gonzaga, mai riconosciuto.

Per evitare uno scandalo, su insistenza di Caterina de' Medici, nuova moglie di Ferdinando, Camilla viene rinchiusa in un monastero e le viene tolto il suo bambino. Prima di prendere i voti, però, fa qualcosa di unico per la sua epoca: denuncia ciò che è avvenuto, e scrive la sua storia, che allora è solo all'inizio.

Il manoscritto originale, su cui si basa questo romanzo, è custodito tutt'oggi nel Monastero del Corpus Domini, a Ferrara. Si tratta di un testo molto breve, ma di un immenso valore letterario e sociale, trattandosi della prima autobiografia in prosa scritta da una donna in Italia. Un vero atto di coraggio e di libertà.

Matroneum è la storia di una donna che ha affrontato da sola un'intera società misogina e maschilista con l'unica arma a sua disposizione: la verità.

 

Parliamo adesso invece di un argomento più consono al genere de LA ZONA MORTA, segnalandovi l'uscita il prossimo 1° aprile per le Edizioni Adiaphora del volume Il Grande Dio Pan dell'autore gallese Arthur Machen, le cui storie gotiche dell'orrore hanno influenzato scrittori come H.P. Lovecraft, Stephen King e il regista Guillermo del Toro: per la prima volta in Italia arriva uno dei classici della letteratura gotica in edizione speciale con testo originale a fronte e una nuova traduzione accompagnata da note critiche e da una postfazione di H.P. Lovecraft.

Il volume è già acquistabile comunque in prevendita e senza spese di spedizione solo sul sito della casa editrice.

Diamo uno sguardo alla trama.

Finalmente, dopo anni di ricerche nel campo delle scienze occulte e dello studio delle funzioni cerebrali, il dottor Raymond è pronto per portare a termine un folle esperimento. Una notte d'estate, assieme all'amico Clarke, che sarà suo testimone, decide di sottoporre la giovane Mary a un intervento chirurgico al cervello per consentirle di sollevare il velo che cela la mostruosa divinità della natura, il Grande Dio Pan. Ciò che la ragazza vede la sconvolgerà per sempre.

Molti anni dopo, in una Londra vittoriana ancora profondamente scossa dagli omicidi di Whitechapel, una catena di inspiegabili suicidi sconvolge le famiglie benestanti del West End, stringendo la città in una morsa di terrore nella quale nessuno può dire chi sarà il prossimo, né quando accadrà.

Soltanto Villiers, appassionato esploratore notturno, il gentiluomo Austin e lo stesso Clarke, segretamente affascinato dall'occulto e dal mistero, sospettano che dietro ai suicidi possa nascondersi un'enigmatica figura femminile. Tra angoscianti testimonianze e onirici peregrinaggi dai sobborghi più ricchi fino ai bassifondi più squallidi di Londra, i tre insoliti investigatori si troveranno dinanzi a un terribile segreto che getta le radici tra le pieghe del tempo, in un passato colmo di suggestione e oscurità.

Il Grande Dio Pan, all'epoca additato come osceno per i contenuti sessuali e lo stile decadente, viene oggi considerato uno dei migliori romanzi gotici dell'orrore di fine Ottocento.

 

Infine eccovi una lunga carrellata di libri targati Edizioni Kimerik: tutti da non perdere.

 

Ossa Rotte di Gabriele Proglio (170 pagine; 16 euro): Henry è un giovane uomo che ha sempre rifiutato di guardare dentro se stesso, nessun evento lo aveva mai spinto ad affrontare i suoi fantasmi, in nome del divertimento aveva preso le distanze dalla sua anima. Ma, un giorno, dentro la sua testa, qualcosa gli impose il viaggio più difficile, non concedendogli nessuna via di fuga.

 

La narrazione di Marco Scarpati (128 pagine; 13,60 euro): arriva un momento nell'età adulta in cui nasce il desiderio di raccontarsi, così come un treno che parte ad andatura lenta, la narrazione percorre città e paesi, in ogni stazione vedrà scendere dei passeggeri e nel contempo ne accoglierà altri. Il treno prosegue il suo viaggio lasciando la possibilità di ammirare le bellezze e le diversità circostanti. Nel tragitto tante persone ammirate dal finestrino sembreranno stare ai margini della nostra vita, ma in realtà anch'esse sono motivo di coinvolgimento e di arricchimento. Dove arriverà questo treno? Sarà lo stesso viaggio a farci vivere esperienze straordinarie nel raggiungimento di ogni nuova meta, già pronta per essere lasciata. Ah dimenticavo: c'è sempre posto, caro passeggero, per poter salire e cominciare il tuo viaggio.

 

Poetando qua e là di Paola Paradisi (64 pagine; 12,60 euro): l'autrice, attraverso le sue parole, ci fa capire come spesso la semplicità sia il linguaggio migliore per raccontarsi e per suscitare una riflessione, ma soprattutto per lasciarsi andare alle nostre emozioni. Tutto ciò che la circonda diventa spunto per una poesia grazie alla sua sensibilità che le consente di trarre ispirazione da ogni paesaggio, da ogni circostanza, da ogni incontro, da ogni attimo di vita. Chi la conosce sa che emozioni e passioni sono il filo conduttore della sua vita interiore, sensazioni ed emozioni così forti che si trasformano in immagini rese con ricchezza di similitudini e che, messe insieme, danno voce alla sua anima capace di coinvolgere, anche inconsapevolmente, il lettore.

 

Qual è il tuo Anispi? di Antonio Prinza (152 pagine; 14 euro): questo scritto vuole essere il proseguimento e la conclusione del mio primo libro, Uno di noi, edito nell'ormai 2008. Era doveroso nei riguardi dei miei lettori concludere il mio abbozzato Pensiero, in parte bizzarro e in parte serio, riguardo alcuni aspetti della infelicità della nostra vita, del nostro essere.

 

Diario di un'equivocabile follia di Valentina Orlando (560 pagine; 19 euro): Virginia Romano è una giovane professoressa precaria, sposata e con una figlia piccola. Giorgio Moretti è il dirigente scolastico presso cui Virginia prende servizio, sposato, e con due figli. Le loro vite si intrecceranno inesorabilmente nel piccolo plesso scolastico di Bressagliago, scoprendo verità nascoste su se stessi e su chi sono in realtà, mentre cercano solo di essere felici.

 

I racconti di Cindy di Monica Ongaro (122 pagine; 12,60 euro): una storia tira l'altra, come avviene con le gustose caramelle che spesso ci troviamo in tasca. È ciò che succede con i racconti di Monica Ongaro, che alzano il sipario su una scena coloratissima, popolata da simpatici animaletti, frutta che prende vita e tanto, tanto amore. Una passione per il bello, l'allegro, il divertente viene fuori da ogni singola riga, che cattura piccoli e grandi lettori, gli uni fortunati nel poter ancora godere di una purezza che non stinge la loro fantasia, gli altri felici di poter riassaporare la semplicità e tornare indietro nel tempo, quando ogni sogno era realizzabile e si era capaci di apprezzare le piccole gioie più di ogni altra cosa. La scrittura di Monica Ongaro rapisce e fa spiccare il volo verso mete incantevoli, luoghi nei quali ognuno di noi vorrebbe vivere per godere della bellezza dei sentimenti autentici, quelli che solo i più piccoli sono capaci di provare.

 

Il segno del tempo di       Maurizio Lucci (58 pagine; 16 euro): scritti brevi che scorrono lievi, data l'immediatezza dello stile, ma che veicolano un intenso messaggio di perdita e speranza insieme. Situazioni immaginarie che evocano i tempi che furono, con note idilliache e tragiche nello stesso tempo. Situazioni immaginarie che mettono in luce le perdite che il progresso produce, recando con sé, inevitabilmente, uno strappo.

 

La fine del topo di Lapo Feri (332 pagine; 15 euro): questa è la storia di una famiglia anormale, e delle sue vicissitudini. Questa è la storia di come l'amicizia possa unire le persone più differenti tra loro, e creare un legame eterno. Questa è la storia di Gero, Rupert, Lothar e Daisy e come sono sopravvissuti alla vita.

 

I racconti di mamma Valentina… di Valentina Crobu (104 pagine; 12,60 euro): spesso, quando i bimbi sono piccoli, per farli addormentare le mamme inventano una favola. Personalmente credo non siano sufficienti la sola fantasia e l'immaginazione. Ogni favola deve contenere un prezioso messaggio, qualche briciola di responsabilità e una profonda morale, condivisibile da tutti. In questo libro troviamo tutto ciò. Un contributo sincero, vissuto fino in fondo dall'autrice Valentina Crobu, una giovane mamma di tre stupendi bambini in tenera età. Credo fermamente che leggere una favola, ben costruita, aiuti e saldi il "contatto" genitori-figli e ci doni la reale possibilità di trasformare questo mondo in un posto migliore. Alba D'Errico

 

La breve storia di Mimì Italiano di Giuseppe Caroli (264 pagine; 16 euro): il romanzo narra la vita di Domenico Italiano, detto Mimì, un uomo dall'animo combattuto. La storia viene descritta in capitoli che alternano il presente al passato come fossero flashback, il tutto vissuto nell'atmosfera della prima metà del '900. Anni che vedono il susseguirsi delle due grandi guerre e dell'Olocausto, vissuti marginalmente dal protagonista nato "figlio di nessuno", condizione poco privilegiata e intento a diventar "qualcuno", impresa ardua nel Salento di inizio secolo. Vengono presi come punti di riferimento i posti in cui il protagonista ha vissuto nel tempo: Francavilla e Bologna, luoghi in cui ha abitato che diventano approdo al quale ancorare il passato. Ricordi di una vita vissuta da marionetta, succube della forte personalità di una madre arrampicatrice sociale e di cui "non sa se ricordare amore o rabbia", che lo portano a fare scelte forzate e a vivere di rimpianti.

 

I sentieri di giada del poeta errante di Carlo Bramanti: le poesie di Carlo vanno lette lentamente, con cura, perché le sue parole partono dall'anima del poeta per arrivare a noi come il dono speciale che acquieta il cuore. La sua poesia è fiocco di neve lieve, silenziosa, pura. I suoi Haiku sono luce che si sprigiona anche da un vaso rotto.

 

La stirpe di Shisong di Pierpaolo Garibaldi (368 pagine; 30 euro): è la storia della costruzione del centro di cardiochirurgia nel nord-ovest del Camerun, nella cittadina di Shisong, da parte di due associazioni di volontariato italiane, "Cuore Fratello" e "Bambini Cardiopatici nel Mondo", e di un convento di suore Terziarie Francescane. Il Camerun, un Paese tra i più poveri del mondo, è ora in grado di salvare i suoi bambini cardiopatici altrimenti destinati ad una morte prematura o ad una esistenza marginale. L'autore, completamente digiuno di conoscenze mediche, si augura di aver saputo trasmettere, anche attraverso interviste dirette, il coacervo di pensieri, speranze, delusioni, entusiasmi che la creazione di questo centro ha indotto in tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione. A sette anni dalla sua inaugurazione, si aprono prospettive affascinanti di far diventare questo centro il punto di riferimento per la cura delle cardiopatie infantili nell'immensa area di povertà dell'Africa centrale dove non esiste nessun altro centro di cardiochirurgia in grado di operare i bambini ammalati. Più di mille bambini sono stati salvati fino ad oggi. Alcuni di questi bambini sono diventati adulti, si sono sposati e hanno generato i loro bambini. Una nuova stirpe si sta formando in Africa Centrale: la stirpe di Shisong.

 

Qualcuno da perdere di Luca Livelli (106 pagine; 12 euro): questo è l'intreccio di tante storie: l'incubo delle Torri Gemelle, le difficoltà di un ragazzo orfano di affrontare la vita, il desiderio di scoprire la verità, le invidie, le paure velate del terrorismo, una storia d'amore interrotta inspiegabilmente sono solo alcuni degli aspetti affrontati in questo romanzo ricco di avventure.

 

Alla ricerca della libertà di Simone Zecca (188 pagine; 16 euro): si tratta della storia di un ragazzo come tanti, che voleva però una vita diversa da quella che sognano molti dei suoi coetanei. Non voleva diventare ricco o avere un bel lavoro, Wayne desiderava solo essere libero. Essere libero da ogni forma di capitalismo e di schiavitù informatica o sociale. Per questa ragione decide di lasciare la sua casa, la sua famiglia, ciò che lo faceva stare al sicuro e di iniziare una nuova avventura. Un'avventura in un altro paese, in un'altra nazione, che gli farà scoprire il significato dell'amore, dell'amicizia, ma gli farà conoscere anche quegli ideali in cui lui ha sempre creduto e che lo hanno sempre reso diverso. E così, tra una birra in compagnia e una ragazza, Wayne compirà il viaggio della sua vita e noi con lui.

 

Ladri di anime di Renato Colecchia (212; 16 euro): questo romanzo racconta la storia di una giovane ragazza che, involontariamente, si ritrova al centro di un giro di prostituzione e di come, all'improvviso, arrivi un "angelo" a soccorrerla. È il racconto della cattiveria umana, e di come possa essere scalzata dalla bontà e dalla magnanimità.

 

Viaggio da Qui a Oltre di Mario De Crescenzo (204 pagine; 15 euro): l'itinerario di questo libro, alternando senza troppe censure le tappe vissute "tra disfatte e resurrezioni", non rinuncia (dalla semplicità dei primordi fino a una smaliziata "maturità") né al vigore e alla luminosità dell'espressione pregnante né all'impegno fervido di sintonizzarsi efficacemente con l'"utente" che legge, medita, assapora, reagisce, partecipa insomma vivamente a un colloquio che lo coinvolge e lo responsabilizza. Poesia "colta" ma "democratica", oggettiva e dialettica, che, scandendo "il tragico e appassionato contrappunto di Eros e Angoscia, Norma e Desiderio, Dissipazione e Identità", subendo dolorosamente il Presente ma anticipando reattivamente l'Avvenire, continua a sentire e a trasmettere per tutti (come già nei Grumi) l'incanto morale e il dovere irrinunciabile della Bellezza (dalla Presentazione).

 

Le straordinarie avventure di Nerina e dei suoi numerosi amici di Gian Corrado Stucchi (52 pagine; 12,60 euro): queste sono le avventure di Nerina, una giovane pecora nera, che incontra nuovi amici e vecchi nemici, ed affronta straordinarie peripezie.

 

Santa Rosa da Viterbo di Fiammetta Cincinelli (108 pagine; 16 euro): Santa Rosa diventa, dunque, non soltanto eroina di virtù teologali ma fervido esempio di pace e lealtà, a valori che il potere imperiale tenta di rinnegare, impiegando l'azione di gruppi rivali.

 

Se perdi il filo segui il cuore di Giuseppe Gaudino (120 pagine; 13 euro): in alcune poesie le frasi sembrano quasi palpitare diffondendo attorno atmosfere e significati che si propagano in chi legge, come eco in cui riconoscere sogni e ricordi, amore e dolore. Le sue poesie sono vissute sulla propria pelle, nel proprio cuore, essendo frutto di una profonda introspezione, svolta nella ricerca di una risposta riguardante la tematica dell'amore nelle sue sfaccettature più importanti e incalzanti.

 

Il canto della crisalide di Gianni Manca (156 pagine; 14,90 euro): ha scritto in merito Giovanna Mulas: "amo definire Gianni Manca un viaggiatore di Anime. Per dirla alla Keats, il poeta è la più impoetica delle cose che esistono; perché non ha identità, è continuamente intento a riempire qualche altro corpo: il sole, la luna, il mare e gli uomini e le donne, che sono creature d'impulso, sono poetiche, e c'è in loro qualcosa d'immutabile. Ma il poeta no: egli non ha identità, è certamente la più impoetica tra tutte le creature".

 

Cerchi d'acqua di Katia Rinaldi (96 pagine; 12 euro): un turbinio di emozioni, un'avvolgente sensazione mista tra sogni e realtà, un essere rapiti dalla semplicità di parole profonde che toccano l'animo, questo è quel che si prova nel leggere le poesie di una donna che ha saputo, con forza e coraggio, costruire la propria personalità. Imperfetta e tutta intera. Le mie ferite le conosco solo io. La mia storia è la mia… ringrazio il mio dolore per avermi resa forte. Il mio imperfetto essere mi rende ogni giorno vera e libera. [...] Questa è Katia Rinaldi, una donna vera e libera, ma anche una poetessa che ha la qualità di un modo di porsi nel mondo: offerta di sé al ritmo indefinito della quotidianità, madre che dona tutta se stessa ai propri figli, amante della vita, costruttrice di rapporti d'amore e di amicizie attenta osservatrice di tutto ciò che accade nel mondo circostante e, soprattutto, umile lettrice della vita.

 

Un telefonino davvero speciale di Domenico Maurizio Paradiso (96 pagine; 12,60 euro: sarebbe davvero bello se ciò che racconta Domenico Maurizio Paradiso in questa sua opera fosse reale. Qualunque genitore vorrebbe per i propri piccoli una sorta di Grillo Parlante che li rimproveri al momento opportuno, che sia presente nel momento in cui i propri bambini stanno allontanandosi dai principi che gli hanno inculcato per lasciarsi trascinare dalle mode e dalle cattive compagnie, privi di qualsiasi giudizio etico o morale. Beh, il nostro Autore fornisce la soluzione. E quale migliore oggetto se non un telefonino potrebbe farsi ambasciatore di sani valori? Proprio lui, sempre presente nelle nostre tasche, il demoniaco aggeggio che sembra voler trascinare e inebetire l'essere umano per esiliarlo dalla vita.

 

Lontana da me di Cristiana Serangeli (128 pagine; 13,60 euro): Lontana da me è una condizione necessaria. L'amore arriva e ti scompiglia i capelli e la ragione, ti travolge e ti lascia senza parole. Le mani strette di due innamorati, la quotidianità narrata alternando versi poetici e aforismi alla descrizione dettagliata e introspettiva che diventa obbligatoria, quando il noi passa dall'essere un bellissimo presente all'essere un doloroso passato. Interrogarsi, mettersi in discussione, ricostruirsi. Matilde e Filippo sono la forza e la debolezza dell'essere umano. Guardarsi dal di fuori, con distacco e autocritica, per cambiare pelle e tornare a respirare tutti i colori della vita.

 

L'ombra della piramide nera di Gianluca Trinco (592 pagine; 18 euro): una piramide nera in Alaska. Una costruzione meravigliosa e apparentemente innocua. Eppure, essa è una culla di segreti. In un crescendo di colpi di scena, rivelazioni e personaggi i cui destini sembrano incrociarsi tra di loro, l'Autore catapulta il lettore in un mondo nuovo dove nulla è mai quel che sembra.

 

Germogli d'autunno di Fulvio Uccella (64 pagine; 12 euro): gioca con le parole Fulvio Uccella, e lo fa con la consapevolezza propria di chi le possiede, di chi ne conosce il senso profondo e può quindi muoverle come si è soliti fare con le pedine su una scacchiera. Quest'opera ha le sembianze di un testamento, come se l'Autore avesse lasciato qui, con i suoi versi, il succo denso di una profonda esperienza di vita. "Vivere è semplicemente / abbandonarsi alla speranza. / La speranza è verità / che concreta il futuro. […] L'amore è un vero rebus. / Se lo risolvi sarai tu il Risorto. / La risurrezione è un enigma. / Se l'accetti con innocenza / sigilla per sempre sereno esistere. / Esistere è chiedersi il perché del dolore. / Rispondere al dolore è semplice: / raccogli la tua vita in frantumi / e incamminati sul suo sentiero seducente".

 

Sepolti nella Nebbia di Targiom Aiogi (638 pagine; 28 euro): l'eterno conflitto tra bene e male è in queste pagine interpretato sotto forma di un racconto adrenalinico e dal ritmo sempre incalzante. Attraverso le vicissitudini di Aiton, il lettore ha modo di scoprire, passo dopo passo, se stesso. I suoi timori, le sue paure, tutto viene messo davanti a uno specchio nel quale, immerso nella propria condizione di essere umano, si riflette. Un romanzo ben strutturato, di piacevole lettura e con una profonda morale finale. Una lettura consigliata agli amanti delle opere ricche di contaminazione di generi (qui nello specifico fantasy, thriller, horror) e a chiunque desidera andare oltre le parole impresse sulla carta.

 

Lo strano colloquio di Simone Ceccarelli (168 pagine; 12,80 euro): scrive in merito Simone Bini: "Fate silenzio, adesso parla il libro"; è così che inizia questo testo, questo lavoro narrativo letterario di Simone Ceccarelli. Il vostro silenzio, quello dell'Autore, quello della fanciulla, quello della conversazione tra i due protagonisti immersi in una confusione letteraria avvolta in un palcoscenico colmo di libri. Incontri, stanze, parole, poesie, conigli e personaggi allegorici e strambi si intersecano nella lettura di questo testo ermetico. Non potrebbe esserci inizio migliore per un romanzo, questo, che invita lettrici e lettori ad ascoltare prima ancora di parlare, di esporre i propri quesiti e pensieri. Ascoltare che è divenuto oggi, in questa società frenetica, un lavoro quasi impossibile".

 

I cipressi di Bajkal di Fabrizio Ducceschi (622 pagine; 30 euro): una storia incalzante, un mistero che si percepisce già dal sottotitolo e che permea il romanzo sino all'ultima pagina. Dietro le quinte di un intreccio ben architettato, Fabrizio Ducceschi dà vita a un romanzo-denuncia, un'opera che non si tira indietro nel descrivere nel dettaglio un sostrato tanto presente quanto orribile della nostra società. Ogni pagina lancia una sfida, e chi legge non avrà respiro fino a quando non riuscirà a sciogliere l'intricato nodo attorno al quale ruota l'intera vicenda.

 

ME di Claudia Gaetani (126 pagine; 12 euro): ètutto un gioco, un giro di parole, parole che insistono nella mente. Tutto nasce per dare sfogo ai sentimenti. A narrare il dolce e l'amaro che ho avuto di te. Queste brevi poesie, questi piccoli pensieri sono frutto di un amore, una passione travolgente. Ciò che scatena le parole sono le immagini. Le une sono legate alle altre, indissolubilmente.

 

L'uomo che mangiava le rose di Edna Magenga (162 pagine; 15 euro): Alba Serra si è trasferita a Serralunga, splendida tenuta fra le colline piemontesi, dopo aver vissuto, un anno prima, il crollo della sua esistenza per la scoperta di inconfessabili segreti di famiglia. Ogni certezza è scomparsa, gli affetti più cari si sono dissolti. Non le rimane che cercare di dimenticare per salvare ciò che resta, ma lo sconosciuto che una sera di fine febbraio l'attende sulla porta di casa avrà il potere di scaraventarla in una realtà misteriosa ai confini della pazzia. Ancora una volta il destino la costringerà a ripercorrere un passato oscuro, sulle tracce di un uomo segnato per sempre; sarà però proprio ai margini di quel mondo fuori dal tempo che Alba riscoprirà se stessa e la forza dirompente dell'amore.

 

Odisseo Cieco di Ernesto Morganti (326 pagine; 22 euro): quest'opera, Odisseo Cieco – I Viaggi del Periodo Metafisico, compie una trilogia antroposofica, La Trilogia dell'Uomo, principiata con i cinque poemetti de Le Sirene Sapienti, ove la scoperta dell'uomo si svolge da un'età giovanile, e continuata nel sinfonico Il Canto di Siddharta, in cui l'identità umana è indagata da una età adulta, secondo esperienze culturali e metastoriche esemplari, in tempi e continenti diversi, così da definire, in crescendo, la qualità dell'Uomo e del Dio in cui si specchia. Nell'Odisseo Cieco (ora lirico, ora filosofico, ora teatrale), ecco l'Uomo è vecchio, ancora viaggiatore e scopritore di se stesso, in una storia dilatata, in un territorio non segnato da confini, di una geografia culturale, onirica ed etica, ove si esprimono, convulsamente, pulsioni, fantasie, simboli e miti, che restituiscono, a tratti, visioni e passioni assolute, epifanie e nascondimenti abissali, per un ingiustificato incontro con la Metafisica.

 

Storie, segreti con… caffè di Cinzia Panarella (196 pagine; 16 euro): storie di personaggi che s'intrecciano, per dare forma alla storia, fatta d'incontri, di vere amicizie e amori messi alla prova, andati, persi e riusciti. Giulia, una donna con un grande e pesante fardello sulle spalle. Ha un unico desiderio dentro di sé, ritrovare sua figlia, lasciata tanti anni prima. Un atto d'amore. Un atto dovuto. Incontra Carola. Si piacciono. Imparano a conoscersi. Come sfondo la bella città di Como e i suoi dintorni. Le personalità diverse dei personaggi. I vissuti. Emozioni forti, ma anche l'ironia, accompagnano le vicende di questo romanzo. Uno spaccato di vita. Come la vita vera, fatta di alternanza tra gioia e dolore, luce e oscurità.

 

Senza te... Diario a mio padre di Maria Vittoria Strappafelci (280 pagine; 18 euro): si tratta di un libro struggente ed emozionante, che narra il percorso intrapreso dall'autrice per elaborare il lutto del padre. Tra passato e presente, questo diario, sotto forma di lettere indirizzate al padre, racconta i primi intensi mesi del lutto e il suo sviluppo.

 

Crioconservazione di Gabriella Carbone (154 pagine; 16 euro): in una Roma romanzata e senza tempo, si dispiegano le storie dei quattro protagonisti: Mario, un aspirante fotoreporter che ha finito per accontentarsi della quotidianità della sua amata famiglia e di una occupazione banale, Claudia, una studentessa universitaria fuori sede divenuta bulimica dopo la morte di sua nonna, Marco, un ragazzo che crede di aver ucciso sua madre semplicemente venendo alla luce, e Teresa, una professoressa di inglese in pensione, che vive nella solitudine di un sottotetto non raggiungibile con l'ascensore. Mediante la narrazione delle loro vicende, l'Autrice ci accompagna in un percorso che attraversa i drammi e le opportunità delle stagioni della vita. Percorre la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, confrontandosi con le difficoltà di determinazione di chi si affaccia nel mondo degli adulti e vede i suoi punti di riferimento venir meno, con il senso di insoddisfazione e di inadeguatezza che segna il momento dei bilanci a consuntivo, ma soprattutto con l'imprevedibilità della vita che, anche laddove il destino appare scontato, sembra sempre capace di batterci con la sua fantasia. Nel corso del romanzo, quindi, i temi delle età si raccontano, mescolandosi la vita, la morte, l'intreccio apparentemente incomprensibile delle possibilità del caso e l'attualità delle problematiche dei nostri tempi, della tecnologia e dei social network. È così che, in Crioconservazione, la questione bioetica si ribalta, divenendo il problema non più e non tanto se sia giusto o sbagliato realizzare tutto quanto la scienza e la tecnica oggi ci consentono, ma se non sia piuttosto un dovere spingerci oltre quello che le capacità fisiche sembrano renderci possibile, un po' come fa la vita ogni giorno con ciascuno di noi.

 

Ho imparato a volare di Micaela Asia Foti (168 pagine; 15 euro): questa è la storia di due anime che si incontrano e che per un attimo sono completamente in sintonia. Le loro vite vengono poi stravolte da avvenimenti inaspettati, da dipendenze difficili da sradicare, da emozioni e reazioni intense, tanto da provocare una totale rottura tra queste due anime, con un epilogo inaspettato.

 

Sentieri di salgemma di Simone Plozzer (116 pagine; 12 euro): dopo tanto sperimentalismo anche abusato e approssimato (o viceversa orfismo fritto e rifritto, simbolismo stinto, impegno artefatto, analogismo triturato...) forse davvero ci voleva – non un giovane fanciullo che soffre – ma un giovane del suo tempo ancora divertito e intento a scegliere, riversar parole come idee o stati d'animo, inseguire sentenze che in realtà noi abbiamo dentro, e in definitiva poetare come respirare, un po' per celia un po' per non morire.

 

Il mistero Blue Whale di Felice Diego Licopoli (271 pagine; 19 euro): un gioco su Internet tristemente noto alla cronaca. È questo il Blue Whale, che, persuadendo menti deboli con delle pericolosissime regole, diviene ben presto deleterio per le giovani vittime. Attraverso le vicissitudini di Alice e Vanessa, due ragazzine romane di quattordici anni, e di tanti loro coetanei, l'Autore sviluppa un thriller ricco di continui colpi di scena che mettono costantemente tutto in discussione.

 

LA CLASSIFICA

I cinque articoli più letti nelle ultime due settimane:

  1. Parla coi morti 08 di Bruno Vacchino
  2. London Die a cura della redazione
  3. Adolf nel paese delle meraviglie a cura della redazione
  4. Alvaro Vitali torna al cinema a cura della redazione
  5. Parla coi morti 09 di Bruno Vacchino

     

    PROSSIMAMENTE

    Interviste a Donato Carrisi e Cliff Wright; Fantascienza Story; il cinema di Umberto Lenzi; Parla coi morti; Pirati dei Caraibi; Splatterpunk Awards; K-2 – La memoria del mondo; Io sono nessuno! Tu chi sei?; Braccati; Re-Animator; Chi li ha visti 7; I tarocchi quantistici; De Gothia; XLV Premio Gran Giallo città di Cattolica; Un frammento di vita/Il popolo bianco; lo slasher; Madonna delle vigne; Shanda's River; Il ragazzo invisibile 2; Star Wars – Gli ultimi Jedi; Canzone per Lya; I guardiani vendicatori; La ricerca onirica di Vellitt Boe; Cenere; TOHorror Film Fest XVIII: Bando di Concorso; Star Trek – tutte le serie tv; Marvel 2099; Babylon 5; Body bags – Corpi estranei; Captain America II; Carmina Burana; Il villaggio dei dannati; la saga di Vampires; Tru calling; The ward – Il reparto; Terry Brooks; La dama bianca; Grosso guaio a Chinatown; Gunan il guerriero; la krivapete; La stirpe dei dannati; Stephen King; tutti gli "Starman"; Spiderman Homecoming; la saga della Profezia; Planet of the apes: la nuova trilogia; la serie di Maniac Cop; Michael Moorcock; Paranoia; Space Invaders; Il pianeta delle scimmie – la serie tv; Montague Rhodes James.

     

    Arrivederci nell'aldilà!

    Davide Longoni

     

     

    COME QUALCUNO AVRA' NOTATO, PURTROPPO,

    PER PROBLEMI TECNICI,

    "LA ZONA MORTA"

    SI E' SPENTA PER UN PO'…

    CI SCUSIAMO CON TUTTI VOI,

    NON ABBIAMO CERTO DORMITO,

    MA ABBIAMO CONTINUATO A LAVORARE

    PER PREPARARCI

    A UN GRANDE RIENTRO!

    ORA SIAMO TORNATI!

    GRAZIE PER LA PAZIENZA!

     

    ALLA PROSSIMA!

 
Davide Longoni

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