I servizi segreti vaticani all'epoca della guerra di secessione americana..

 
> > Casalino Pierluigi
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> Tra gli errori della politica americana di Papa Pio IX ci fu
> sicuramente l'improvvido schierarsi, almeno inizialmente (dopo un
> primo appoggio al Nord, per ritornare ad esprimere una posizione
> filo-nordista a metà conflitto ), a favore dei confederati nel
> conflitto civile tra Nord e Sud. E non solo: anni di lavoro
> diplomatico avviato dalla Santa Sede per legittimare il proprio
> difficile ruolo negli Stati Uniti rischiarono di essere vanificati
> anche dall'incidente del cosiddetto affare di John Surrat, cittadino
> americano che, arruolatosi nel 1865 tra gli zuavi pontifici, figurò
> tra i responsabili del complotto che portò all'assassino del
> Presidente Lincoln. Surrat non era estradabile per la mancanza di uno
> specifico trattato bilaterale. Il clima non era certo dei migliori e
> tale circostanza poneva ulteriori difficoltà alle gerarchie cattoliche
> americane, che, in occasione della guerra di secessione, non fecero
> molto per orientare le scelte vaticane nel modo migliore. Il clero
> americano, infatti, vedeva, in genere, nella strategia unionista una
> minaccia all'ordine costituito: l'abolizione della schiavitù avrebbe
> comportato rischi di rivoluzione, data l'immaturità della popolazione
> di colore. La conseguenza di tutto ciò portò alla rottura delle
> relazioni diplomatiche tra la Roma papalina e l'Amministrazione di
> Washington. Una lettera di incoraggiamento del Pontefice a Jefferson
> Davis aveva del resto dato subito fuoco alle polveri. Nel 1863 il Papa
> scrisse tardivamente una lettera ecumenica ai due principali esponenti
> della gerarchia cattolica, quello di New York (che in realtà era
> agente di Washington e i cui rapporti erano letti dai servizi segreti
> del Nord) e quello di New Orleans (che lavorava per i secessionisti),
> auspicando una riconciliazione, mentre Monsignor Spalding, divenuto in
> seguito arcivescovo di Baltimora, sollecitava, invece, in una
> relazione inviata alla Propaganda Fidei, una linea di equidistanza tra
> le due parti in conflitto, pur giudicando pericolosa l'abolizione
> della schiavitù. Nonostante che il Cardinale Antonelli, Segretario di
> Stato, cercasse di negare l'esistenza di ogni influenza politica
> nell'intera querelle, la Chiesa cattolica romana si schierò su una
> posizione di retroguardia, lasciando ai protestanti la difesa
> dell'emancipazione dei neri e perdendo così terreno. Il tutto condito
> dall'ostilità degli immigrati irlandesi in USA alla possibile
> concorrenza sulla ricerca di un lavoro da parte dei neri liberati.
> Anche il caso Surrat, come detto, non venne gestito al meglio: lo
> stesso "ministro" americano a Roma intuì il deterioramento delle
> relazioni americano-vaticane: il fatto che il Surrat non fosse stato
> arrestato a Roma non significava che il Vaticano non fosse
> disponibile ad accettare le richieste di Washington. La vera ragione,
> tuttavia, del contrasto tra il Papato e l'America, stava soprattutto
> nella scarsa capacità di lettura degli avvenimenti da parte
> dell'Intelligence vaticana, cioè dell'Entità, l'organismo dello
> spionaggio papale. L'incapacità degli agenti segreti della Santa Sede
> a prevedere il sopraggiungere del conflitto civile in America si
> rivelò fatale. Louis Binse, console del Vaticano a New York fu autore
> di rapporti insufficienti e ridicoli, fondati sulle notizie ricavate
> dai giornali, anche se raccolse infine informazioni preziose. I guai
> causati dalla ridotta professionalità degli 007 del Papa durante la
> guerra di secessione, spinse i vertici della Chiesa, già alle prese
> con il progressivo smantellamento storico dello Stato Pontificio, a
> spingere verso una diversa e più compiuta formazione del personale
> dell'Entità per non mettere a rischio le scelte dei Papi e non
> causarne errori di valutazione politica.