Gli annali degli storici la potrebbero descrivere come una guerra fatta di epiche battaglie. Cosa che, nella postmodernità, ha a che fare con il potere economico più che militare, ma pur sempre ha a che fare con la politica.
Con la caduta del Muro di Berlino e l'avvento di Tangentopoli, in Italia la sinistra pensò di avere definitivamente sconfitto ogni "nemico". Tanto che il messaggio trionfante di Occhetto, allora ultimo segretario del Pci e primo segretario del Pds, fu: "abbiamo costruito una gioiosa macchina da guerra".
Ma, come fu altrettanto immediatamente evidente, la sinistra aveva fatto i conti senza l'oste, e cioè Silvio Berlusconi. Il quale provvide innanzitutto a sdoganare la destra nazionale allora guidata da Gianfranco Fini, nella beneaugurante prospettiva che la politica italiana mettesse definitivamente da parte l'ostracismo del linguaggio e un conseguente atteggiamento manicheo ed esclusivista, del tipo: noi siamo i buoni e possediamo la verità e voi siete i cattivi.
In questi circa trent'anni di scontri politici e non solo, la sinistra - divenuta da comunista anti-berlusconiana - ha lottato contro l'acerrimo "nemico" (termine risalente piuttosto al linguaggio di Carl Schmitt) ma alla fine ha perso. Nonostante il suo immenso apparato, proprio della sinistra, e il fatto che, così, "tutti" si siano schierati contro l'"uno", Silvio Berlusconi, descritto come il male, talvolta assoluto.
In definitiva, con le elezioni di domenica scorsa si chiudono due cicli politici. Il primo, durato circa trent'anni, che alla fine vede il partito di Silvio Berlusconi conquistare di nuovo il governo della nazione, contro una sinistra divisa e certamente da rifondare. Per ammissione esplicita di tutti gli osservatori e addetti ai lavori della politica. Il secondo ciclo, che finalmente si chiude, è durato circa settant'anni. Ciclo che, in Italia, è iniziato con il patto repubblicano della "convention ad excludendum" ai danni della destra storica e ciclo che ora si chiude con il riconoscimento e l'attribuzione popolari della piena capacità e potere di governo ai rappresentanti della destra di Fratelli d'Italia. Tutto questo, anche per merito della "visione liberale" di Silvio Berlusconi. Dopo circa settant'anni, pace è fatta!
Angelo Giubileo