*OGGI 24 MARZO 137° anniversario della nascita di Harry Houdini (*from Google logo)
Una cosa è certa: questi ragazzi, con la loro creatività colorita e gioiosa, con le loro provocazioni eretiche e goliardiche, con il fascino piratesco del loro gruppo musicale rock, gli Zetazeroalfa, con i loro miti (Pound, Nietzsche, Brasillach, ma anche Lucio Battisti e Rino Gaetano e i fumetti di Capitan Harlock, in allegro disordine sparso), con la loro vocazione trasversale - i "capi" di Casa Pound invitano sinistra e destra, con l'unica discriminante dell'intelligenza e della vocazione libertaria -; questi ragazzi, dicevamo, spiazzano un po' tutti.
Perché non appartengono a nessuno, se non a quella che loro chiamano la bellezza. Ma che cos'è? Il romanzo di Domenico Di Tullio ("Nessun dolore. Una storia di Casa Pound", Rizzoli, pp. 225, 16,50 euro) cerca di spiegarlo. Diciamo subito che Di Tullio è - e ci tiene ad esserlo - l'avvocato di Casa Pound. Diciamo ancora che Di Tullio - quarantenne - ha - e ci tiene a rivendicarlo - un passato militante nella Destra romana più effervescente. Diciamo infine che Di Tullio è - e non manca di ripeterlo - un uomo di legge che lavora duro per garantire ai suoi assistiti una difesa professionalmente seria e bene attrezzata (e uno degli eroi del romanzo ne ha proprio bisogno, visto che si trova implicato in una brutta faccenda, con tanto di coltellata affibbiata a un "pusher"), ma è anche un amico che nelle avventure e nelle sventure ci entra col cuore che batte, e con una simpatia e una complicità che crescono e trovano di giorno in giorno più salda ragion d'essere. Ed è qui che ritorna la parola magica "bellezza". Bellezza in giro per una Roma "plurale": Prati, Monti, Garbatella, Parioli, Esquilino… con la tartaruga dei "poundiani" e la folgore dei "blocchetti", a fregiare il territorio. Ma in che modo? Certo, con un attivismo testardo e irriverente che nell'ultimo lustro ha conquistato migliaia di studenti affascinati da un "nuovo" che è pieno di "antico" e addirittura sfodera l'"eterno" - miti, riti, simboli, itinerari di formazione, prove e sfide - per affascinare menti e cuori, tutto magari travasando nella allegra, sudata aggregazione di un concerto o di un corteo. Ma c'è dell'altro. Casa Pound non è solo un nome suggestivo, un punto di incontro giovanile e movimentista, un laboratorio di idee e di iniziative: è anche, propriamente, una "casa". Meglio, un palazzo di sei piani, al quartiere Esquilino, in via Napoleone III 8, dove vivono 23 famiglie, 70 persone, 12 bambini. Dove non entra droga, dove si lavora e si fa buona guardia perché non si affacci nemmeno uno spinello. È questa la "bellezza"? Intendiamoci: non abbiamo a che fare con dei "santi".....
continua
http://www.iltempo.it/2010/10/22/1211007-mario_bernardi_guardi.shtml