Ferrara - La mossa del cavallo dell'Assessore Modonesi


Chi percorre viale Cavour, provenendo da est a bordo di un veicolo diretto verso corso Isonzo, può evitare un semaforo svoltando per via Aldighieri e poi per via Byron. Però le due vie sono all’interno della ZTL e la manovra è proibita ai non residenti. Uno di questi, stanco dei passaggi effettuati abusivamente e di episodi di traffico contromano entro la ZTL, in un dibattito sul Musa ha chiesto spiegazioni.

L’assessore alla mobilità Modonesi risponde al quesito (Carlino, sabato 19/03) così: “La zona è presidiata dal varco Musa di via Garibaldi. Tutte le strade sono a senso unico e quello è l’unico accesso possibile.”. Aggiunge anche: “Chi entra da altre vie, lo fa contromano già oggi….”.

Con la sua risposta l’assessore ci fa finalmente intuire il motivo dei tanti milioni spesi dal Comune nell’acquisto del sistema Musa. Poiché gli accessi a senso unico a quella zona sono indiscutibilmente due: uno in via Garibaldi, l’altro in via Aldighieri, e se un assessore di lungo corso nato a Ferrara, abitante a Ferrara e avente sede di lavoro non a New York, dice che quella zona è presidiata dal varco Musa di via Garibaldi, bisogna credergli, vuol dire che il sistema Musa non solo funziona con sistemi di visione elettronica della luce propagata in linea retta lungo via Garibaldi, ma anche con un’aggiuntiva straordinaria modalità di percezione, analoga alla mossa a L del cavallo sulla scacchiera. Riesce così a guardare (forse telepaticamente) a sinistra dell’incrocio Garibaldi-Aldighieri fino all’intersezione Aldighieri-Byron, con giravolta all’angolo del fornaio.

Ecco perché l’impianto Musa, comprato quando Modonesi era assessore alle attività economiche, ci sembrava che costasse carissimo: non sapevamo che acquistavano merce futuribile!

Viste le risposte illuminanti, bisognerebbe presentare più spesso domande all’assessore. Potrebbero essere svelate en passant, ad esempio, mirabolanti proprietà tecnologiche celate in quelle 40 biciclettone da donna ad uso pubblico comperate dal Comune a quasi mille euro l’una. Sarebbe una bella pubblicità per la produzione nazionale di biciclette penalizzata dall’importazione di scadenti cineserie.

 

Paolo Giardini