Le forze pro-Gheddafi starebbero portando a Misurata civili da città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha detto un portavoce degli insorti. Questa notte la coalizione internazionale ha colpito e distrutto un edificio del bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli. Secondo quanto riferito da un responsabile dell'alleanza, il compound ospitava un centro di "comando e controllo" delle forze libiche. Sulla missione degli italiani è intervenuto stamane il ministro degli Esteri Franco Frattini, secondo il quale per le operazioni in Libia «è giunto il momento di passare sotto l’ombrello della Nato», e fa bene il presidente della Repubblica a dire che «non dobbiamo lasciarci intimidire dal colonnello Muammar Gheddafi».
Frattini ha parlato della situazione in Libia stamane a Bruxelles. Per Frattini in Libia non ci deve essere una «guerra» e l’Italia intende verificare «la coerenza» dell’azione della coalizione internazionale con il pieno rispetto della risoluzione 1973 dell’Onu. Frattini ha osservato che le minacce di Gheddafi alla comunità occidentale, Italia inclusa, «non sono venute fuori solo ieri» e dal colonnello siamo stati abituati a «minacce di ogni tipo». Ma al tempo stesso, ha rilevato Frattini, da Gheddafi «abbiamo anche sentito la dichiarazione solenne di un "cessate il fuoco" e, anche in questo caso, non aveva detto la verità».
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