Pierluigi Casalino: AIME' MAEGHT a Ferrara

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Aimé Maeght (1906-181) fu una figura chiave della scena artistica del secolo scorso. Incisore, litografo, mercante d’arte, editore, produttore di film e direttore di due celebri e innovative fondazioni che portano il suo nome, aperte a Parigi e a Saint Paul de Vence, alle porte di Nizza. Maeght frequentò artisti come Matisse, Kandinskj, Léger, Braque, Chagall, Adami, Bonnard, Rebeyrolle, Mirò, Calder e Giacometti, recependone e trasmettendone il messaggio creativo.

In particolare tra i colori e i profumi della Costa Azzurra, a Saint Paul de Vence, dove era solito trascorrere molti dei suoi giorni, Maeght innalzò un autentico tempio dedicato alla creazione e alla suggestione artistica. Per chi avesse la possibilità, come chi scrive, di trascorrere un po’ del suo tempo, nella vicina Regione francese delle Alpi Marittime, non mancherebbe di provare sensazioni davvero irripetibili di fronte a un tale monumento dell’arte del XX secolo.

Un punto di riferimento che esercita il suo fascino. La fondazione Marguerite e Aimé Maeght di Saint Paul de Vence ha finito per raccogliere e quindi per continuare a proporre il meglio di ciò che ferveva in quel periodo. Maeght, infatti, contribuì a stimolare e a dar vita a una nuova stagione di maestri anche affermati, incoraggiandoli a utilizzare linguaggi diversi e, contemporaneamente, fu attento osservatore delle generazioni più giovani ed emergenti. Di particolare interesse per il pubblico e per la critica è stata in proposito la mostra dedicata all’uomo di cultura transalpino dalla città di Ferrara nel corso del 2010.

L’evento, dal titolo “Da Bracque a Kandinskj a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti”, è stato il primo in Italia e ha ripercorso gli itinerari di Maeght, attraverso i momenti salienti che hanno segnato la vita del maestro. A cura di Tomàs e Boye Llorens, la mostra è stata anche l’occasione per studiare un aspetto rilevante e poco conosciuto: il rapporto tra i mercati d’arte e i galleristi. Marguerite e Aimé Maeght furono, al riguardo, i più importanti galleristi del secondo dopoguerra. La rassegna – oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, volumi delle Edizioni Maeght – è stata divisa in sezioni tematiche.

Il tema della prima è stato dedicato all’amicizia e alla stima che legavano Aimé alla moglie Marguerite, donna di grande sensibilità, oltre che allo straordinario rapporto che univa i due consorti al mondo degli artisti. A testimonianza di ciò, sono stati esposti i ritratti di Marguerite, realizzati da Matisse e da Giacometti. Un’altra sezione della mostra è stata dedicata all’esposizione “Le Surréalisme en 1947”, organizzata da André Breton e da Marcel Duchamp. Sono stati proposti alla riflessione, nella circostanza, il catalogo e la tela “Superstizione e Serpente di Mirò”, motivi arcaizzanti dipinti su una lunga striscia di tessuto. Fu in quell’occasione che Aimè Maeght avviò la sua collaborazione con Giacometti, autore dei magnifici bronzi riuniti appunto nella quarta sezione della manifestazione estense.



Casalino Pierluigi, 3.02.2011.