Ferrara : Paolo Giardini sul Tagliani messaggio

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 (Tagliani: “La nostra non è una manovra di destra”) ESTENSE COM *


Complimenti, signor sindaco, per la sua lunga lettera aperta indirizzata ai funzionari CGIL Vitali e Canella. E' ben scritta. E con un tocco finale di signorilità da manuale (“Ragazzi aprite la finestra, che manca l’aria, mi gira un po’ la testa… e non solo”). Non lasciando dubbi sulle sue preferenze fra gli interlocutori privilegiati, i cittadini possono trarne utili insegnamenti per esser presi in considerazione: oltre ai palazzinari, ora si sa che anche i capi sindacalisti godono di rispettosa attenzione alle loro istanze. Basta dichiararsi costruttori edili o sindacalisti di rango e si avrà un sindaco tutt’orecchi.

Credo comunque che sia importante notare una prima assoluta nella storia repubblicana di Ferrara: la franca ammissione del primo cittadino sull'abnorme spesa del personale, "una delle più alte d’Italia, certamente la più alta nella nostra regione". Ma non ci lasci nell’incertezza, signor sindaco: è alta perché i dipendenti sono strapagati (fortunati loro) o perché sono in numero eccessivo (ancora fortunati loro, che oggi il mondo del lavoro sbatte fuori i sopranumerari)? Come mai non esige che a grandi spese certe corrispondano congruamente grandi servizi erogati, come è suo dovere pretendere in qualità d'amministratore fin dal primo giorno di lavoro?

Come si spiega che con tanta dovizia il Comune appalti a ditte forestiere incarichi comunali (esempio: incarico-diritto di taglieggio sulle tasse pubblicitarie che allegramente grava i contribuenti di un ulteriore 30%)?

Si è sempre sentito dire che il Sistema di Potere dominante in Comune si regge sul mantenimento di una forte aliquota di consenso elettorale gratificato più o meno direttamente da fonti di reddito pubbliche. In effetti è spiegazione ragionevole ad una spesa troppo elevata, ma lei, limitandosi ai pannicelli caldi limando i dettagli della spesa, accetta di fatto l’innaturale status quo (“il 13% della forza lavoro oggi incassa il 25 % della produttività”, ammette) e se ne fa mallevadore, a sua volta interessato a fini elettorali. Non crede di venir meno ai fini del suo mandato?

Non si può non considerare che il Berlusconi, quel vecchio scostumato attratto da corpivendole anche minorenni, abbia almeno un merito: con i rigori del patto di stabilità costringe il palazzo municipale di Ferrara ad ammettere pubblicamente una deplorevolissima verità. Che non viene affatto mitigata o compensata dalle immoralità del Berlusca, checché ne dicano: le immoralità contrapposte non si elidono a vicenda, si sommano.

 

Paolo Giardini