dopo il monolite del primo novecento, dai futuristi Russolo, Pratella, Mix agli stessi Varese, poi Stockhausen, Cage, Berio, Steve Reich stesso e diversi altri Pionieri doc geniali, negli anni 60, quasi all'improvviso, usci un disco rivoluzionario, di un gruppo inglese che ha fatto la storia della musica Pop, i celeberrimi Pink Floyd, quelli di The Dak Side of The Moon e The Wall (eccetera), Rogers Waters, David Gilmour … Correva il 1967, fondatore dei Pink Floyd e suo primo leader fu un certo Syd Barrett, col senno di poi anche un grande poeta dell'era spaziale e elettronica. “The piper gates at the down” (in particolare con la minisinfonia Interstellar Overdriver) segnala la prima Top List per la Musica elettronica o delle Macchine, autenticamente moderna e di massa, fuori dai laboratori per intenderci, pop electro... Il sound già è sintetico e meccanico emotivo, pur con moog e tastiere e oscillatori ecc. anch'esse “primitivi”, ma all'epoca avantgarde... Poi Barrett come noto si perse nei viaggi psichedelici ma ancora Ummagumma, doppio di poco dopo, replica compiutamente The Piper..... Nei Pink Floyd di Barrett, il dna della nuova musica ex machina, ovvero il sound industrial e space del proto 2000 , qua toni prevalenti già cosmico-siderali (che poi caratterizzararono sempre i Pink Floyd, The Dark Side... docet) è già mutazione in progress, cellule che si sdoppiano.
Da Ummagumma in particolare, la principale influenza per la prima grande wave elettronica dei primissimi anni '70: in Germania, la Germania industriale e delle autostrade:
E' l'era della musica cosmica cosiddetta o Kraut Rock con Krafwerk, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Can, Cluster e altri minori: Kling Klang e Ralf and Florian (Kraftwerk, già in embrione il sound robotico successivo di Ralf Hutter, Florian Schneider e poi Karl Bartos...), Phedra, Alpha Centauri (Tangerine Dream di Edgar Froese... sinfonie spaziali da Pioneer) , Mirage, Moonwind.. di Klaus Schulze (il kosmic sound estremo, roba da esopianeti e Hubble), gli stessi già più pop rock Cluster (l'album omonimo, poi lavori anche con un certo Brian Eno e il cult ingegnere del suono Conny Plank, anche con i primi Krafwerk), Can e Neu (molto industrial...album omonimi 1 e 2) rivelano un corpo music machine già vivo e archetipo dinamico dell'uomo moderno, tecnologico e spaziale. Ma non solo emersione simbolica prevedibile anche degli anni 60 euforici e modernisti utopici... al passo con i viaggi spaziali, i nuovi sogni prometeici postbenessere e post beat revolution... La musica cosmica apparteneva anche al futuro non ancora venuto alla luce, anzi ancora lo registra, memoria dal futuro irreversibile e con le impronte digitali della nuova bellezza inesplorata fatta suono, suono sintetico come potenziamento immaginativo nascente dell'uomo contemporaneo... Suono elettronico che trascende il mero rumore industrial (pur all'epoca e ancora sublime news psicosensoriale) per scoprire già la prossima Sensibilità artificiale, oltre l'AI... il cuore dell'uomo-macchina e- o di scienza! Moog più evoluti e i Sintetizzatori creano il pensiero fatto azione suono di questi pionieri cybernetico-musicali.
Arriviamo, finalmente a metà circa anni '70 con una svolta fondamentale: i Kraftwerk registrano capolavori, tutt'oggi suonati, digitalizzati, remixati e persino invitati al MoMa di New York (2012) eccetera. Il sound diventa puramente e totalmente elettronico e con nuovi strumenti, nuovi sint e tastiere al passo con la tecnologia in divenire, ma- anche ex novo creati da Schneider e Hutter ecc., Autobahn, Radioactivity, Trans Europa Express, Die Mensch-Machine, Computer World rivoluzionano la scena pop, nasce il tecnopop, vero e proprio virus per l'epidemia dei decenni successivi, fino ai nostri giorni, in tutte le variabili che verranno, da certa new wave anni '70 alla house, trance, ambient, jngle ecc... alla Techno e le sue clonazioni infinite e contaminazioni afro ecc. I Krafwerk sono oggi considerati dalla critica come una leggenda vivente e non ancora esaurita ( li invitano- le nuove generazioni- persino ai Festival Rave!). E con i Krafwerk il suono elettronico diventa soprattutto robotico, ma una music for robots più umana dell'umano, come persino inquieta negli album succitati poi sound uplodati in chiave digitale letteralmente rigenerante, come una terapia anti-age.
Infine per quella fase eroica e ultraelettrica, da segnalare anche nomi tutt'oggi celeberrimi e attivi quali il francese J. M. Jarre e il greco Vangelis, molto pop, all'epoca un poco sottovalutati, gli stessi Rokets transalpini considerati spesso a torto fotocopie debolissime dei Kraftwerk stessi.
Contemporaneamente, i “vecchi” colleghi e spesso amici della Kosmic Music, continuano essi stessi l'evoluzione electro, sempre più pop e minimal anche Tangerine Dream e Klaus Schulze, perr quanto sempre in cifre sonore essenzialmente siderali.... E album a decine di decine! Force Majure, Mars Polaris ecc. a caso quasi per Tangerine Dream (con un live nella Cattedrale di Coventry da brividi), sempre a memoria Klaus Schulze da Body Love ai recenti Continuum e Shadowlands, tra ultime perle analogiche e nuove macchine strumenti digitali, lap top e eredi...
Proprio i fine anni '70 furono gli anni del contatto, se si vuole, con il futuro WebMind... Dall'albero genealogico del rock pop, parallelamente ai pionieri cosmici e industrial tedeschi di cui prima, certo rock futuristico esplorato, come detto, dai Pink Floyd fu poi elaborato da figure star all'epoca nascenti come David Bowie e Brian Eno.... Tra Ziggy Stardust, Life on Mars oppure certa sperimentazione di Eno con i Roxy Music del dandy Brian Ferry, il passo, consapevole e dichiarato all'elettronica, se non totale almeno concettuale e anche strumentale parzialmente, fu quasi una affinità elettivo-electro... Station to Station, poi Low e l'opera d'arte Heroes (quesr'ultimi con lo stesso Brian Eno ai sintetizzatori) ecco i tecnohit storici ormai del Duca Bianco, inclusi poi Scary Monsters soprattutto fino all'incompiuto Outsider (sempre con Eno).
Quest'ultimo, dal canto suo, compose per il futuro... gioielli a 18 carati quali Music for Film, per Aiport, per l'Apollo 11 ecc., sia confermando il suo percepito critico come alchimista del suono, sia scoprendo tutta la galassia appunto minimal pop e ambient successive. Non ultimo, Before and After the Science, già fu un capolavoro dal titolo, ora in dinamiche sound sublimi rimiche cyber ,imprinting... per la new wave electro appena embrionale
E furono proprio Brian Eno e Conny Plank a lanciare producendoli... fuori dai garage la nuova ondata elettronica tra i '70 gli '80: i Devo (Eno) con Are we not man? We are Devo, gli Ultravox di John Foxx (Conny Plank) con Systems of Romance in particolare. Mentori o protesi potenziamenti umani o meno, certa new wave elettronica dei 70/80 dopo in certo senso l'avanguardia neo-oggettiva dei tedeschi e dell'aristocrazia interiore degli inglesi (Eno e Bowie) fu una news electropop pura e certamente ex novo. Devo e Ultravox e John Foxx da solo poi, firmarono e composero altri album miliari o singles, forse le ultime quasi vette della stagione elettronica d'oro silicio...
Freedom of Choice e Duty for the Future i Devo, Hiroshima Mon Amour... Systems of Romance (e poi Vienna con Midge Ure) gli Ultravox, John Foxx con Metamatic e The Garden, non ultima l'ultima grande stella di quegli anni, ovvero Gary Numan con Replicas e The Pleasure Principle e un top hit come Are Friends Electric, inno generation degli anni '80.
Da rammentarsi anche l''elettronica stessa raffinatissima degli americani Laurie Anderson e Tuxedo Moon (Big Science in particolare per l'artista d'avanguardia statunitense) e gli stessi americani di Cleveland, Pere Ubu (The Modern Dance).
In questo ritorno al futuro, concludiamo ovviamente con i Depeche Mode, quasi l'anello mancante diretto tra l'elettronica futuristica appena ricomunicata e l'ormai nascente house/techno/rave generation fino ai già nativo digitali, quali, ma nomi intercambiabili a persona, Chemical Brothers, Orbital, Daft Punk.. Blank Celebration e Violation forse gli album più significativi. Oltre agli stessi Human League (di Reproduction e Travelogue soprattutto).
P.S. E l'Italia? Nonostante certa indubbia origine della musica ex machina con i futuristi, stessi certi sperimentatori colti come Berio e Maderna e il primo Battiato, poco o nulla... penalizzata la scena italiana da certa debolezza e filosofia retro delle major nazionali... A parte ovviamente lo stesso Battiato, tra album quasi cosmici come Pollution alla svolta commercial di Patriots e l'Era del cinghiale bianco (ma sempre ok l'intellettuale siciliano e neopitagorico quasi, anche il più recente Shock in the town) e il a suo tempo un poco sottovalutato (dai puristi e da certa Kultur nazionale) Giorgio Moroder, con From to Eterniy persino transumanista ante litteram (come direbbe forse lo stesso Riccardo Campa, futurologo contemporaneo e musicista neodisko) e via una certa Donna Summer ( la prima rosa OGM destinata anche alla dancing attuale, da Madonna a Lady Gaga), I feel love. Non ultimi i Krisma (dell'ex beat convertito all'elettronica, Maurizio) con Cathode Mama...
Che diranno WebMind e gli uomini del futuro agli inventori della Musica elettronica della nuova umanità? Magari, come il the end della saga di R. J. Sawyer, un commosso Vi ringrazio!
Essi magari suoneranno persino le stelle con chissà quali laptop quantici... Ma nel secondo fine novecento mica facile... oggi una sinfonia electro è scaricaribile a gamma larga da infiniti siti o basta un nanomacchinario digitale qualunque per comporre qualsivoglia quasi effetto speciale sonoro.
All'epoca dei primi Kraftwerk, senza la tecnologia digitale e con Sintetizzatori grandi come un salotto, fare una canzone elettronica era come andare sulla Luna con le tabelline a memoria!
“Are we not Men? We are the Robots”!
RobyGuerra
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