Ferrara: radicali all'assalto del voltagabbanismo ferrarese

“Tutto cambia affinché nulla cambi”, questo il senso del lungo discorso che Don Fabrizio, il principe di Salina, fa al cavaliere Chevalley sceso in Sicilia per cercare la classe dirigente del nuovo Regno d’Italia. Straordinaria l’attualità del “metodo Gattopardo” a Ferrara dove da 67 anni governa sempre la stessa parte e lo stesso partito.

Franceschini, feudatario di Ferrara PD, fedelissimo di Bersani finché aveva il potere e da questo allontanatosi un microsecondo dopo la perdita di quel potere, ora diventa renziano alla vigilia della vittoria di Renzi nel PD. Scommettiamo che nel giro di poche ore la gran parte del partito a Ferrara (vassalli, valvassori, valvassini, ecc.) diverrà renziana?

Al renziano doc assessore liberal Marattin chiedo: come mai Renzi, da sempre a parole contro il finanziamento pubblico dei partiti, ha dimesso questo argomento appena i Radicali hanno iniziato la raccolta di firme per il referendum per la sua abrogazione? Come mai Renzi ieri a Genova ha detto:

“Farò salti di gioia quando sarà cancellata la Bossi-Fini”? Non lo sa che stiamo raccogliendo firme per l’abrogazione della Bossi-Fini? Ancora a Marattin chiedo: come mai non firma nessuno dei 12 referendum dei Radicali?

Mario Zamorani, presidente di Radicali Ferrara