*omaggio all'ultimo Pound, quello "paradisiaco"...
Preghiera per intercessione di San Tommaso Moro, Martire
Noi Ti lodiamo, Dio, per la Tua gloria che si dispiega in tutte le creature della terra,
nella neve, nella nebbia, nel vento, nella grandine, nella tempesta; in tutte le Tue creature, nei cacciatori come nelle prede.
Perché tutte le cose esistono solo in quanto Tu le vedi, solo in quanto Tu le conosci, tutte le cose esistono
solo nella Tua luce e la Tua gloria è proclamata anche da chi Ti nega: le tenebre proclamano la gloria della luce.
Coloro che negano Te non Ti potrebbero negare, se Tu non esistessi; e la loro negazione non potrà mai essere completa, perché se fosse tale essi non esisterebbero.
Essi Ti affermano in quanto esistono; tutte le cose ti affermano esistendo: gli uccelli nell’aria, il falco come il fringuello; gli animali della terra, il lupo come l’agnello; il verme che è nel suolo e il verme che abbiamo nel ventre.
Per questo l’uomo, che Tu hai fatto perché abbia coscienza di Te, deve lodarTi in piena coscienza, con il pensiero, con la parola e con l’opera.
Anche quando con parole inadeguate tentiamo di lodarTi, anche quando siamo intenti al nostro lavoro quotidiano, anche per noi
le voci delle stagioni, il respiro roco dell’inverno,
bianca neve che scende senza vento,
il canto della primavera, il ronzìo dell’estate,
le dolci voci di animali e uccelli,
raccontano le Tue lodi. Noi ti ringraziamo
per le Tue misericordie di sangue,
per la Tua redenzione di sangue. Perché il sangue
dei Tuoi martiri e dei Tuoi santi
arricchisce la terra, finché edifica
luoghi santi.
Dove un santo ha abitato, dove un martire
ha dato il sangue suo per il Tuo sangue,
là santo è il suolo e il suo essere santo
non andrà mai perduto,
nemmeno se gli eserciti verranno,
nemmeno se arriveranno i turisti
a visitarlo con guide.
Da dove i mari dell’Ovest
corrodon le coste d’Irlanda
fino al deserto abitato da morte,
fino ai luoghi obliati ove si prega
davanti a una colonna ormai dirùta,
dal suolo benedetto scaturisce
ciò che rinnova per sempre la terra,
anche se sempre sarà rinnegato.
Perdonaci, Signore, noi sappiamo
di essere persone assai comuni,
tipo d’uomini e donne casalinghi,
che chiudono la porta e ascoltan musica,
che temono la benedizione di Dio, la solitudine
della notte di Dio, quel gran momento
in cui viene intimata a noi la resa
o imposta privazione; noi temiamo
l’ingiustizia degli uomini rapaci
meno della giustizia di Dio;
noi temiamo la mano che appare alla finestra,
il ghiaccio sopra il tetto che può cedere,
il pugno all’osteria, il diverbio acceso,
la spinta nel canale, il coltellaccio,
meno di che temiam l’amor di Dio.
Ma noi riconosciamo il nostro errore,
la debolezza noi riconosciamo,
la colpa ormai commessa; conosciamo
che il peccato del mondo è già sospeso
sopra le nostre teste di Te immemori,
che il sangue santo dei Tuoi santi martiri
e l’agonìa dei santi che in Te muoiono
sono sospesi sulle nostre teste.
Signore, abbi pietà di noi.
Cristo, abbi pietà di noi.
Signore, abbi pietà di noi.
San Tommaso Moro, prega per noi.
Paolo Melandri
11 marzo 2012