FERRARA. Ci sono catastrofi, immigrati e guerre fredde. Ma anche fuochi artificiali, metalmeccanici licenziati e petroliere. «In un certo senso è un disco politico, perché parla della realtà», commenta Vasco Brondi, alias Le Luci della Centrale Elettrica, alla vigilia della presentazione in anteprima, questa sera alle 21.30 al Teatro Comunale, del nuovo disco. Un disco dal titolo "Per ora noi la chiameremo felicità". Una prima esecuzione live in anteprima nazionale, nell'ambito della rassegna "Data Zero" di Ferrara Sotto le Stelle, che riporta alla ribalta il cantautore estense nella sua città di origine, dopo due anni di concerti, elogi della stampa, premi della critica e qualche apparizione televisiva.....
Brondi si ripresenta con un lavoro in cui i temi affrontati sono diversi e spesso "destabilizzanti", anche per uscire da quello che lo stesso autore definisce «lo stereotipo che si è creato attorno alle Luci della Centrale Elettrica», riferendosi al flusso di coscienza rabbioso e disperato del precedente album "Canzoni da spiaggia deturpata". «Il titolo - spiega Brondi - è la citazione di una frase di Leo Ferrè che mi è rimasta impressa da quando l'ho sentita la prima volta. Una frase che di per sé già creava un panorama e un'atmosfera perfetta. Vi è contenuta la parola felicità, che esce dallo stereotipo delle "Luci", sebbene la frase completa di Ferrè contenga anche il termine "disperazione".
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