Leggere che passione di Barbara Cannetti

Ciò è possibile perché in Italia, come negli altri paesi della Comunità Europea, è prevista una eccezione alla tutela del diritto d’autore che permette di effettuare registrazioni al solo scopo di incentivare, facilitandola, la lettura dei libri a chi non è in grado di leggere in modo autonomo. Ancor ora, tuttavia, i libri disponibili (qualsiasi sia il formato ed il supporto impiegato) sono in numero limitato tanto che la stessa World Blind Union in maggio ha chiesto ulteriori eccezioni alle norme relative alla distribuzione non commerciale dei testi . Si stima infatti che nei paesi industrializzati solo il 5% dei libri pubblicati nei settori narrativa e saggistica sia veramente fruibile a persone affette da problemi di disabilità di tipo visivo. La percentuale scende all’1% nei paesi più poveri. La disponibilità dei libri, però, proprio per il lungo lavoro necessario a rendere i testi leggibili a questa categoria di disabili sensoriali, è lungo e laborioso e, pertanto, il testo diventa fruibile solo alcuni mesi (se non addirittura anni) dopo la sua effettiva uscita in libreria.Il 16 settembre a Bruxelles è stato però firmato un accordo tra editori ed associazioni di persone che presentano difficoltà nella lettura (dislessici) e nella visione (ciechi ed ipovedenti) con l’intento di rendere più semplice ed uniforme e di conseguenza anche più importante dal punto di vista numerico la diffusione dei libri audio, braille, o con caratteri ingranditi in tutta l’Unione Europea.  L’accordo prevede un sistema distributivo di tipo transnazionale in cui sono gli stessi intermediari certificati (le associazioni medesime, oltre che biblioteche e scuole speciali) ad effettuare lo smistamento delle opere. Il sistema prevede altri livelli perché gli stessi enti certificati possono a loro volta individuare altri centri di smistamento e di distribuzione. Ci si auspica inoltre che gli editori stessi si attivino per la stampa di un numero sempre maggiore di opere aventi uno dei formati accessibili sopra menzionati. Si dice che in Italia si legge poco. Il diritto alla lettura dei ciechi e degli ipovedenti, invece, è ancora limitato. E non è cosa da poco dato che da esso dipendono altri diritti importantissimi come il diritto all’informazione ed alla stessa istruzione.

 

BARBARA CANNETTI