La Ferraresità

da FERRARAITALIA

C’è un’utile e illuminante riflessione del sociologo ferrarese Max Ascoli che riteniamo interessante riproporre ai nostri lettori poiché, a dispetto del fatto di essere stata elaborata 90 anni fa, appare ancora oggi per molti tratti attuale, per la sua capacità di illustrare alcune dinamiche motivazionali la cui chiave di comprensione risiede nella storia e nella cultura del nostro territorio. L’articolo che ospitiamo su Ferraraitalia s’intitola “Il Ferrarese” ed è stato pubblicato nella rivista di cultura politica “Rivoluzione liberale”, n. 40, il 28 ottobre del 1924. Nell’ottobre 1924, Piero Gobetti (che ha fondato la Rivista nel 1922), vuole dedicare un numero monografico di “Rivoluzione liberale” alle lotte agrarie nelle campagne padane, e chiede contributi per le loro particolari conoscenze a diversi intellettuali: Mario Missiroli, Andrea Parini (segretario di Giacomo Matteotti), Luigi Francesco Ferrari, a Max Ascoli naturalmente chiede di scrivere di Ferrara.
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Max Ascoli




Nell’articolo Ascoli (Ferrara, 25 giugno 1898 – New York, 1 gennaio 1978) esamina la lotta politica primordiale che si era svolta fra contadini ferraresi, non ancora educati al socialismo, e proprietari reazionari. Nelle parole che chiudono l’articolo: “Ferrara colle sue masse di avventizi sempre sconvolte e torbide, con la sua classe di proprietari-agrari schiavisti e cinici quanto ciechi, è una infelice e per inesorabile necessità turbolenta Balcania. Ed ha offerto infatti, col Fascismo, il suo dono balcanico all’Italia. Poiché qui, in questa atmosfera di palude umana, è sorto il Fascismo, la sua nullità disastrosa l’ha iniziata gli si è plasmata qui, nel tentativo di conciliare colla forza, per far tornare proprietari i possidenti, dissensi che con la forza si inveleniscono e non si risolvono.....  C  ferraraItalia