Ferrara, affaire Grisu made in MaiVisto e Zappaterrra

A un anno dalla consegna delle chiavi dello spazio, l’esperimento nella ex Caserma di via Poledrelli continua. Grisù va avanti. Con qualche differenza rispetto al passato. La più importante vede i lavori, dopo i problemi di irregolarità resi noti dall’inchiesta di Estense.com, proseguire nella giusta direzione. Nel consiglio direttivo indicato nel sito non figura più l’architetto Giangi Franz e la moglie, l’assessore Roberta Fusari, che aveva difeso a oltranza il progetto anche di fronte all’assenza di agibilità dell’immobile e alla mancanza di un cambio di destinazione d’uso, non figura più tra i sostenitori come professionista privato.

Sparisce dal sito anche la premessa iniziale della mission, che prevedeva di “riattivare l’immobile senza finanziamenti pubblici, ma grazie agli investimenti delle giovani imprese e degli sponsor tecnici”. Ora infatti l’associazione cerca finanziamenti attraverso bandi pubblici.


 

Delle 18 imprese iniziali che facevano parte di Spazio Grisù ora sono rimaste dodici, “molte delle quali – fa sapere l’associazione – stanno ricevendo premi e riconoscimenti prestigiosi nei diversi settori in cui operano”. Sei di esse sono “quasi definitivamente insediate”. Si tratta di Tryeco 2.0, Innova, OBST, Spaziografia, BasaCicli e UnbelD’. Mentre le altre sei si stanno insediando ArchLivIng, Dorotea, Kappalab, Opus Incertum Lab, OURLab (Other Urban Resources Lab) e WormA.


 

Dei 4000 mq. dello stabile di proprietà della Provincia di Ferrara, attualmente è occupato circa un 50%. Per gli altri spazi il bando di ammissione è sempre aperto: sono in corso nuove selezioni da parte del consiglio direttivo dell’associazione non profit per assegnare i locali della ex Caserma ancora liberi. Le imprese culturali creative che fossero interessate a fare domanda per essere ammessi, possono quindi trovarla sul sito di Spazio Grisù, a questo indirizzo: http://spaziogrisu.org/ammissione/.


Intanto, si legge in un comunicato, si sta procedendo gradualmente alla trasformazione e alla messa a norma degli spazi: “si tratta di un percorso progettuale “adattivo”, sviluppato da Grisù insieme agli architetti di OURLab e ai tecnici della pubblica amministrazione, che prevede la possibilità di rendere aperto e flessibile il progetto, pur utilizzando le pratiche edilizie previste dalle norme vigenti”.,,,,,,

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