Retrofuturismo: Marcello Francolini sul tecnoperformer Salvo Nostrato

da JULIET ART MAGAZINE


"Ho conosciuto Salvo Nostrato al Flussi Festival di Avellino. Ho visto per la prima volta un esperimento di performance interattiva dove il risultato era la somma di ciò che si percepiva realmente come movimento (i performer in scena) e il movimento virtuale incorporeo che avveniva sullo schermo producendo un effetto di simultaneità.  Il Flussi è una manifestazione direi fondamentale nello scenario campano per aggiornarsi sulle ultime alleanze tra arte e tecnologia, soprattutto in ambito dei live-media. Quest’anno c’era il Mapping, installazioni interattive con Arduino e in ultimo, credo la vera novità per questo 2013, il Livect di Londra con l’esperimento di Kinect Art di Salvo Nostrato.


Livect


SNmotion particles è la modalità con cui operi per la creazione delle tue performing art. Sei partito dal concetto di Simulazione di moto di particelle che si utilizza in ambito scientifico di computer grafica, hai preso a prestito dal mondo dei videogames la Kinect della Xbox360, hai mappato lo spazio attorno al performer trasformandolo in un luogo praticabile e sonoro e in più sei anche un compositore di musica elettronica. L’arte in questo caso torna a un livello artigianale ma in senso contemporaneo, un artigianato tecnologico?
Il concetto principale di questo progetto si basa sulla ricomposizione della realtà nell’ambiente digitale. In un mondo in cui l’esteriorità prende il sopravvento sull’essenza stessa dell’essere umano, l’individuo ricerca la conoscenza di se stesso in un ambiente che esula dai preconcetti  e dalle discriminazioni (il mondo virtuale). Al fine di rendere possibile una completa integrazione del proprio essere all’interno di un ambiente completamente ricreato d’accapo, gioca un ruolo fondamentale il concetto d’interattività. Ogni singolo movimento, azione e intenzione è riprodotto in maniera parallela nel virtuale rompendo in questo modo il muro che separa i due mondi. Parliamo di Artigianato Tecnologico perché, utilizzando strumenti digitali di largo consumo, ho tentato di costruire la tela bianca sulla quale poter esprimere se stessi senza rinunciare alle dimensioni sensoriali che circondano l’esperienza della Vita, anzi aggiungendone di nuove. Oltre il livello visivo, Il suono si rivela essere un elemento  fondamentale nell’esperienza del LIVECT. Tramite l’utilizzo delle onde sonore (con attenzione particolare alla scelta delle frequenze rispetto all’ambito visuale)  l’ esperienza diventa Viva, unica e personale. Tutti i sensi di percezione, quindi, sono coinvolti al fine di fornire una “Full Immersion” in un ambiente in cui vige un’unica regola: la creatività..... C


Marcello Francolini  JULIET ART