Marinetti e Mata Hari

La spia e il futurista: quella danza
senza veli

Mata Hari e le serate in casa di Marinetti sui navigli milanesi

AMORI CELEBRI

La spia e il futurista: quella danza
senza veli

Mata Hari e le serate in casa di Marinetti sui navigli milanesi

Che cosa avevano in comune Mata Hari e Filippo Tommaso Marinetti? Niente, è il caso di rispondere. Una volta, però, si incontrarono a Milano. Lo scrittore che inventò il futurismo e auspicava la distruzione di musei e biblioteche, visse una passione non culturale con Margaretha Geertruida Zelle, nota come Mata Hari. Lei, semplicemente, danzò nuda per lui e per coloro che nella sua casa di via Senato, allora sui navigli milanesi, progettavano di immettere adrenalina nella società. Sia Filippo Tommaso che Mata avevano fascino da vendere, anche se di natura opposta. Lui era, e sarebbe rimasto, un uomo di cultura; lei come ballerina incantava, e ottenne lodi da Massenet e Puccini: l'espressione più alta della sua arte, tuttavia, prese forma tra un'alcova e l'altra, trasformandola in una delle più celebri spie della storia.

Quell'incontro? Sappiamo che Mata Hari venne a Milano e riuscì a danzare per poche sere alla Scala (il giudizio di Tullio Serafin: «sa ciò che vuole e sa come ottenerlo», non bastò per rinnovarle il contratto). Le vere ragioni della presenza non sono state del tutto chiarite. C'è una tesi - si deve a Richard Skinner, Mata Hari. La femme fatale e i suoi amanti (Excelsior 1881) - che parla della relazione con Giovanni Pratesi, nipote del compositore Romualdo Marenco. Costui, dal 1892, decise di dedicarsi alla coreografia ed era sempre in viaggio. Eccolo a San Pietroburgo e a Berlino, a Parigi è di casa; e qui, agli inizi del '900, furoreggia proprio Mata Hari, giunta dalle Indie orientali olandesi, bella, divorziata e di larghe vedute morali. Tra i due scatta la scintilla e quel furbacchione di Pratesi, forse per levarle gli ultimi indumenti, le promette una scrittura alla Scala; anzi per lei creerà il balletto Bacco e Gambrinus (5 rappresentazioni dal 4 gennaio 1912), dove sarà Venere. Per tal motivo Mata Hari giunge a Milano alla fine del 1911 e, per evitare pettegolezzi causati dall'andirivieni in albergo, Pratesi - allora abitante in via Senato con moglie - la sistema da un vicino: Marinetti.
 
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