Ferrara Fatiquei 2° puntata: Informazioni turistiche, ovvero cose che balzano all'occhio

 


Ferrara è una Repubblica fondata sugli Estensi

 

2° puntata: Informazioni turistiche, ovvero cose che balzano all'occhio

 

Il castello di Ferrara è quella costruzione retrò che conserva in pancia le prigioni di Ugo e Parisina, galleggia sul fossato e ha specchi per ammirare i soffitti affrescati (se però vi avvicinate troppo, magari i custodi vi guardano sotto le gonne...).

 

Il castello di Ferrara confina, in ordine sparso, con l'asse “giovecavu”, col Parco della Luna e con il Teatro Comunale.

L'asse viario-passeggiatorio-strusciatorio automobilistico “giovecavu” non è altro che Corso Giovecca e Viale Cavour percorsi in auto scoperchiata e radio a manetta, nostrana rivisitazione della dolce vita.

Parco della Luna è quell'angolo privo di ciottoli dove la fontana funziona quando le tira di funzionare. Lo spazio e il tempo sono qui condivisi da giovani in preda a viaggi mistici indotti e neo-ferraresi immuni alla Bossi-Fini.

Il Teatro Comunale è quel circo musicale in cui il 50% dei posti è dato gratis alle personalità di rilievo, di questo 50%, il 60% ci va perché fa figo e il 40% rimane a casa perché non sopporta il Abbado. Il 50% dei posti a pagamento è talmente caro che la metà degli spettatori mangia mortadella due mesi di fila per vedere i Berliner, in questa folta schiera si annoverano studenti ed ex studenti del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. La metà dei posti a pagamento è occupata dalle matrone ferraresi che devono sfoggiare l'abito da sera. Quando non si danno spettacoli degni delle più grandi americanate, il Teatro Comunale ospita avvenimenti talmente di nicchia che anche il custode si dà malato.

 

Il buco col Teatro intorno è la bellissima Rotonda Foschini, appesi per aria l'Amministrazione a volte ti fa trovare rinoceronti di plastica a grandezza naturale o manubri di bicicletta. Non mi sono bevuta il cervello, pare sia arte e finché qualcuno non potrà smentire questa diceria, in Rotonda Foschini apparirà miracolosamente di tutto.

 

Tra le cose che non potete perdere possiamo annoverare, in ordine di visitatori:

l'enoteca “Al Brindisi”, la più antica al mondo (ma quello lo si dice anche del Palio, quindi prendete la cosa con le pinze), il Duomo, Via San Romano con gli “ex negozi bene” e la libreria Melbooks.

Entrando “Al Brindisi” prendete uno spritz, entrando in Duomo prendete una benedizione, in San Romano non vale la pena prendere niente, da Mel prendete dei libri (soprattutto negli stand all'esterno, i volumi sono a metà prezzo).

 

Fronte Duomo staziona una cosa ricurva chiamata “Volto del Cavallo”, oltrepassatela e vi troverete in Piazzetta Municipale. Se lo fate a maggio sarete accolti da bandiere e tamburi, sono i ragazzi del Palio che gareggiano e, a volte ma sempre meno di frequente, si menano. Se avrete la fortuna di capitare a Ferrara il week end del Palio di San Giorgio, potrete anche ammirare, in Piazza Ariostea, la corsa dei cavalli. Mi astengo dal dare informazioni in merito, ho fatto il voto di tornare a vedere la corsa quando saranno i fantini a portare in groppa i cavalli.

 

Se dopo questa passeggiata a) il sole picchia in testa e b) avete sete e state per crepare di stenti: fate un salto al negozio di “Borsalino”, a pochi metri dal “Volto del Cavallo”, e riposatevi negli estivi dei numerosi caffè che danno sulla piazza.

Il negozio di “Borsalino” è uno dei miei preferiti in assoluto, è talmente cinematografico che quei duecento euro li spendi volentieri pur di farci una comparsata.

 

Ferrara è una repubblica fondata sugli Estensi, dove esistono passatempi per tutte le tasche e per sapere che diamine ci sarà nel fine settimana bisogna consultare internet o sorbirsi la cronaca locale.

Se deciderete di affidarvi alla newsletter del Comune, 9 volte su 10 i link contenuti nelle email non funzioneranno.

 

Legge di Murphy applicata agli spettacoli in territorio ferrarese:

 

Se un avvenimento ti interessa, lo saprai ad evento terminato. Se di uno spettacolo non te ne frega una cippa, riceverai a casa l'invito”.

 

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G. Conventi