Ferrara, Verso il Museo Italo Balbo, trasvolatore e antinazista per il turismo e la storia veramente contemporanea!

Foto: Italo Balbo con la nomina a tenente, il 12 maggio 1918 viene assegnato al battaglione “Pieve di Cadore” sempre del 7° Alpini dove gli è affidato il comando del plotone d’assalto del battaglione, da non confondersi con gli Arditi dei reparti d’assalto che avevano un ordinamento ed un impiego autonomo. Il plotone del tenente Balbo, che finalmente può dimostrare le sue doti di trascinatore di uomini, conduce un’attività di pattuglie molto pericolose e imboscate notturne al nemico così intense nei mesi di luglio e agosto riconosciute anche dal Comando supremo, che conferisce al comandante Balbo la medaglia d’argento al valore militare datata Dosso Casina 14 agosto 1918. Dopo un periodo di riposo in retrovia, con l’offensiva finale sul Grappa iniziata il 24 ottobre, il 27 tutto il battaglione è all’attacco contro il Monte Valderoa. L’attacco, che non riesce a conseguire il successo sperato, vede alla testa il plotone di Balbo che giunge quasi solo ai reticolati nemici, riuscendo a rientrare con la notte. Per questo suo comportamento che lo vede volontariamente alla testa del battaglione, gli viene conferita la seconda medaglia d’argento datata Monte Valderoa 27 ottobre 1918. Nel ripetuto assalto, questa volta vittorioso, del 30 ottobre, ancora una volta si distingue conducendo alla testa del suo plotone l’attacco catturando 40 prigionieri, due mitragliatrici ed un cannone da trincea, come compare nella motivazione della medaglia di bronzo datata Monte Valderoa 30 ottobre- Rasai 31 ottobre 1918. Con il ripiegamento degli austriaci incalzati dai reparti del “Pieve di Cadore” con alla testa il plotone arditi guidati dal Tenente Balbo, alle ore 17,30 del 31 ottobre viene liberata Feltre. Il 4 novembre la guerra era conclusa.Tutto quello che non si sa su Italo Balbo (8) Il 19 gennaio 1939 Italo Balbo scrive a Mussolini una lettera molto dura in difesa degli ebrei che abitano in Libia "Mussolini ti stai dimostrando un uomo arrogante e poco lungimirante, la popolazione ebraica rimane e rimarrà per sempre in Libia, fin dai tempi di Augusto hanno sempre goduto della protezione dei romani, in Italia si sono sempre ritenuti protetti costruendo scuole e diffondendo la nostra lingua italiana, sono uomini tranquilli che vivono e lavorano nelle loro botteghe, e se molti sono ricchi e avari non è certo un delitto, credi che il Tuo padrone Hitler non lo sia".

SEGNALATO DA ALBERTO FERRETTI