Ferrara da non credere! Tagliani spot elettorali per ritardati sinaptici, ma i ferraresi ci credono!

 

DA NON CREDERE!


 

Sarà per il momento elettorale e relative fasi di “strizza” alternanti a fiducia nelle proprie chance, sarà per un pelino di saggezza senile affiorante dopo dissennati decenni da politicante, sarà che anche fra i suoi qualcuno gli avrà detto che le baggianate spossano, sta di fatto che non c’è da credere ai propri occhi leggendo cose finora confinate nella lista delle speranze. Sul giornale di ieri (7/5/2014) compare il clamoroso annuncio del sindaco: “ora bollette più leggere”, perché il Comune gestirà in proprio la raccolta della tassa dei rifiuti e i cittadini pagheranno fino al 5% in meno.


 

Un miracolo! Ha realizzato ciò che saprebbe proporre d’emblée anche il primo che passa per strada. Nulla vien detto sul 30% che i commercianti pagano oltre alla tassa comunale della pubblicità, da quando fu appaltata ai pubblicani (l’applicarono anche alle seggiole esposte di un noto bar; fu un momento duro per i bar che nascosero pure le salviette col logo stampato) per via dei soli 1.400 dipendenti del Comune e la trentina di dirigenti, effettivamente pochini per fare tutto. Sarà per le prossime elezioni. Tanto, ora il commercio in piazza prospera alla grande. Inoltre, molti stanno scoprendo il trucco per non pagare tassa e sopratassa, chiudendo bottega. Bisognerà decidersi a tassare tutte quei cartelli sulle vetrine con la scritta CESSATA ATTIVITÀ.


 

Le cose più emozionanti però si trovano in un commovente foglietto edito dal PD titolato “il futuro patrimonio locale”, sottotitolo: “Con Tiziano Tagliani Sindaco”. Qui, in quattro riquadri-programma si aprono le porte della speranza. Mi manca il coraggio di leggerlo avendo notato che uno riguarda: SANITÀ EFFICIENTE, VICINA E SENZA SPRECHI. Un titolo senza equivoci che costringe a rievocare mestamente l’Ospedale di Cona in cartongesso, con segnaletica da battaglia navale, in cui ci piove dentro. E le sue colossali perdite energetiche novecentesche da classe G ignorate da un’agibilità comunale disinvolta. E i fiumi di carburante necessari a raggiungerlo e a lasciarlo. E i miliardi di chilowattora per illuminarlo, condizionarlo, drenarlo con maxi pompe idrovore. Oltre ai milioni d’affitto confrontati al costo zero dell’ospedale quand’era in città.


 

Davvero, non ho coraggio d’affrontarne la lettura, perché per una sanità efficiente vicina e senza sprechi bisogna abbandonare quell’aborto progettuale di ospedale lontano, in mezzo alla campagna, e tornare in città maledicendo chi l’ha voluto. In altri termini, ammettere l’idiozia di un’operazione tenacemente voluta e accettarne le responsabilità. Ma se così fosse, se il PD e Tagliani ammettessero le loro colpe, sarei costretto a rimangiarmi tutte le pessime certezze che nutro sul loro conto. Dovrei scusarmi per i tanti irrevocabili improperi a loro indirizzati per anni. Imbarazzante. Perciò, vilmente, rimando di giorno in giorno la lettura.


 

Paolo Giardini