Questa primavera, marzo, aprile, a Roma, nuova personale significativa per Antonio Fiore Ufagrà, tra gli ultimi futuristi quasi storici (già del giro di Enzo Benedetto e Futurismo Oggi secondo novecento) : In Viaggio il nuovo volo di Ufagrà, supportato anche da un nuovo splendido catalogo edizioni Gangemi. Di seguito dalla stampa romana, un articolo recente eloquente sull'artista, a suo tempo anche (Regione Lazio) nella Biennale d'arte contemporanea italiana (Venezia) curata da Vittorio Sgarbi:
OMA – “In viaggio con Ufagrà Antonio Fiore” è il titolo della recentissima rassegna d’arte che si sta tenendo a Roma in via Giulia 142 presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore, fino al 1° Aprile 1014.
L’importante mostra personale, inaugurata Venerdì 14 Marzo scorso, si è aperta con la presenza del noto critico e storico dell’arte Giorgio Di Genova che ha curato la rassegna del grandissimo pittore segnino Antonio Fiore, uno degli ultimi ed autentici futuristio viventi, famoso in tutto il Mondo. Di Genova scrive per l’occasione:“…Si suole far concludere la stagione futurista nel 1944 con la morte di F.T. Marinetti. In realtà nel 1944 si è concluso il Movimento futurista, ma non il Futurismo, il cui lessico è proseguito negli ultimi 70 anni.
Durante essi, non pochi artisti hanno continuato a praticare il lessico futurista, facendolo progredire con aggiornamenti: da Enzo Benedetto, che dal 1969 al 1992 ha pubblicato la rivista “Futurismo Oggi”, organizzando diverse mostre di futuristi “sopravvissuti”, a Renato Di Bosso, Antonio Marasco, Gerardo Dottori,Vittorio Corona, Ivo Pannaggi.Tullio Crali, Mino Delle Site, Osvaldo Peruzzi, Sante Monachesi,fino ai“figliol prodighi” Gino Severini, Pippo Oriani, senza dimenticare i reclutati, tra cui è Antonio Fiore, da Monachesi, promotore del Futurismo Agravitazionale (Agra), battezzato Ufagrà. Antonio Fiore, a differenza di taluni personaggi (e penso a Graziano Cecchini, che tutt’al più potrebbe essere un neodadaista sui generis) è un erede genuino del Futurismo.
Egli col suo ribollente lessico cosmico, che in passato mi ha fatto pensare all’ Universo di Gordon Flash, ha rielaborato la compenetrazione, la simultaneità e le linee-forza del dinamismo futurista, con spremiture del Balla interventista. Ogni sua opera è una sorta di sinfonia delle componenti lessicali del Futurismo storico, aggiornato dalle gaie “note” affidate al pentagramma del suo prorompente estro metamorfico.
Con tali “note” ha creato magmatiche musiche visive, fluttuanti ed esplosive, costantemente direzionate verso l’alto…
Cronache Cittadine
OMA – “In viaggio con Ufagrà Antonio Fiore” è il titolo della recentissima rassegna d’arte che si sta tenendo a Roma in via Giulia 142 presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore, fino al 1° Aprile 1014.
L’importante mostra personale, inaugurata Venerdì 14 Marzo scorso, si è aperta con la presenza del noto critico e storico dell’arte Giorgio Di Genova che ha curato la rassegna del grandissimo pittore segnino Antonio Fiore, uno degli ultimi ed autentici futuristio viventi, famoso in tutto il Mondo. Di Genova scrive per l’occasione:“…Si suole far concludere la stagione futurista nel 1944 con la morte di F.T. Marinetti. In realtà nel 1944 si è concluso il Movimento futurista, ma non il Futurismo, il cui lessico è proseguito negli ultimi 70 anni.
Durante essi, non pochi artisti hanno continuato a praticare il lessico futurista, facendolo progredire con aggiornamenti: da Enzo Benedetto, che dal 1969 al 1992 ha pubblicato la rivista “Futurismo Oggi”, organizzando diverse mostre di futuristi “sopravvissuti”, a Renato Di Bosso, Antonio Marasco, Gerardo Dottori,Vittorio Corona, Ivo Pannaggi.Tullio Crali, Mino Delle Site, Osvaldo Peruzzi, Sante Monachesi,fino ai“figliol prodighi” Gino Severini, Pippo Oriani, senza dimenticare i reclutati, tra cui è Antonio Fiore, da Monachesi, promotore del Futurismo Agravitazionale (Agra), battezzato Ufagrà. Antonio Fiore, a differenza di taluni personaggi (e penso a Graziano Cecchini, che tutt’al più potrebbe essere un neodadaista sui generis) è un erede genuino del Futurismo.
Egli col suo ribollente lessico cosmico, che in passato mi ha fatto pensare all’ Universo di Gordon Flash, ha rielaborato la compenetrazione, la simultaneità e le linee-forza del dinamismo futurista, con spremiture del Balla interventista. Ogni sua opera è una sorta di sinfonia delle componenti lessicali del Futurismo storico, aggiornato dalle gaie “note” affidate al pentagramma del suo prorompente estro metamorfico.
Con tali “note” ha creato magmatiche musiche visive, fluttuanti ed esplosive, costantemente direzionate verso l’alto…
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