È tornato sul luogo del delitto, a 36 anni di distanza. Stephen King ha riletto l'ultima pagina di Shining, quella in cui ci aveva descritto il piccolo Danny Torrance infreddolito allontanarsi dall'Overlook Hotel in fiamme, e ha deciso di ripartire da lì.
Il sequel del suo bestseller del '77 si chiamerà Doctor Sleep e arriverà nelle librerie Usa tra una settimana. In Europa dovremo invece aspettare ottobre. La decisione di tornare a parlare della luccicanza era stata presa quattro anni fa. E non era stata semplice. Tanto che King aveva indetto un sondaggio tra i lettori per avere il supporto della loro opinione.
A mettere in ambasce lo scrittore erano tre questioni. La prima è psicologica: Shining è stato portato, nel 1980, sullo schermo da Stanley Kubrick. Ed è proprio il film, con un mefistofelico Jack Nicholson, ad aver forgiato l'immaginario del pubblico. A esempio: qualcuno avrà alzato il sopracciglio, a inizio articolo, leggendo dell'Overlook Hotel in fiamme, il finale di Kubrick è diverso e più psicanalitico, giocato sul labirinto. La seconda è narrativa: essendo Danny l'unico superstite, bisognava reinventare un contesto. La terza personale: King scrisse Shining in un periodo in cui era alcolista.
E alla fine sono state queste difficoltà a dare l'impronta al sequel. Come ha anticipato il New York Times, il libro ci presenta un Danny adulto che dopo il massacro della sua famiglia ha avuto un'esistenza complicata ed è caduto anche lui nel tunnel dell'alcolismo, come suo padre. Ha mantenuto però il suo potere (lo shining appunto). Lo utilizza, dopo essere passato dal recupero attraverso la Alcolisti Anonimi, per aiutare i malati terminali di un ospizio ad affrontare gli ultimi attimi di vita. Da qui il «Dottor sonno». Ma non tutto fila liscio, si fa avanti una strana fratellanza di esseri immortali noti come «True Knot». E questi esseri per sopravvivere devono succhiare energia a chi possiede lo shining, possibilmente uccidendolo fra atroci tormenti. Danny dovrà lottare di nuovo per la sua vita aiutato da una bambina, Abra, dotata dei suoi stessi poteri. Ai lettori piacerà? E se poi arriverà un altro Kubrick
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/stephen-king-fa-rivivere-lorrore-shining-951108.html
A mettere in ambasce lo scrittore erano tre questioni. La prima è psicologica: Shining è stato portato, nel 1980, sullo schermo da Stanley Kubrick. Ed è proprio il film, con un mefistofelico Jack Nicholson, ad aver forgiato l'immaginario del pubblico. A esempio: qualcuno avrà alzato il sopracciglio, a inizio articolo, leggendo dell'Overlook Hotel in fiamme, il finale di Kubrick è diverso e più psicanalitico, giocato sul labirinto. La seconda è narrativa: essendo Danny l'unico superstite, bisognava reinventare un contesto. La terza personale: King scrisse Shining in un periodo in cui era alcolista.
E alla fine sono state queste difficoltà a dare l'impronta al sequel. Come ha anticipato il New York Times, il libro ci presenta un Danny adulto che dopo il massacro della sua famiglia ha avuto un'esistenza complicata ed è caduto anche lui nel tunnel dell'alcolismo, come suo padre. Ha mantenuto però il suo potere (lo shining appunto). Lo utilizza, dopo essere passato dal recupero attraverso la Alcolisti Anonimi, per aiutare i malati terminali di un ospizio ad affrontare gli ultimi attimi di vita. Da qui il «Dottor sonno». Ma non tutto fila liscio, si fa avanti una strana fratellanza di esseri immortali noti come «True Knot». E questi esseri per sopravvivere devono succhiare energia a chi possiede lo shining, possibilmente uccidendolo fra atroci tormenti. Danny dovrà lottare di nuovo per la sua vita aiutato da una bambina, Abra, dotata dei suoi stessi poteri. Ai lettori piacerà? E se poi arriverà un altro Kubrick
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