È un candidato fai-da-te l’anti-Tagliani. Un candidato che vuole sfidare alle primarie il sindaco di Ferrara per contendergli la rielezione alle prossime comunali. Un candidato che si è fatto largo a suon di post su facebook e di richieste di rispettare la lettera dello statuto del Pd.
Tutto è partito dalla pagina creata dall’improvviso sfidante, Pietro Franesi, dal titolo eloquente: “Una testa un voto”. Franesi, negli anni ‘80 segretario del Pci di Copparo e oggi direttore della Biennale di Arte contemporanea di New York e di quella di Dubai, è già un idolo nel social network più famoso al mondo per aver postato foto di lui in giro per il mondo con cartelli di sostegno alle vertenze Berco e Basell. Ora la battaglia di Franesi si fa molto più locale, ma la risonanza potrebbe andare ben al di là delle mura estensi.
Tutto è cominciato dalla decisione dell’assemblea comunale dei democratici di ricandidare Tagliani a succedere a se stesso. Una candidatura unica frutto, secondo Franesi, di un “ragionamento di casta”: “come è possibile che una persona che da 30 anni ricopre importanti incarichi istituzionali non colga l’impoverimento culturale, sociale ed economico in cui è piombata la città ed il suo territorio?”. Anche perché a decidere la seconda candidatura è stata “una semplice riunione dell’assemblea comunale”, che rappresenta “lo 0,0…% dei cittadini elettori”.
Ecco allora che Franesi, per così dire, corre ai ripari e, statuto in mano, annuncia di volersi candidare. Per farlo deve ottenere almeno il 30% delle firme dell’assemblea che ha scelto Tagliani (alquanto improba come fatica) oppure raccogliere il 15% delle firme degli iscritti di Ferrara. Vale a dire circa 300/350 sottoscrizioni a favore. Ma qui viene il punto: a chi rivolgersi se non si sa chi sono gli iscritti? Franesi chiede allora al segretario comunale Simone Merli di fargli avere il relativo elenco. Niente da fare. Dopo alcuni giorni arrivano due righe: “non appena gli organismi dirigenti del Pd di Ferrara si riuniranno, sarà mia cura comunicarle tempi e modalità relative alla sua richiesta”. Una risposta che secondo Franesi “insegna cos’è la cattiva politica, rispondere senza rispondere, rinviare per poi dirti che mancano i tempi per fare le primarie. Per consegnare un verbale di un’assemblea, per sapere quanti sono gli iscritti nel comune di Ferrara, per avere l’elenco degli iscritti, per avere i nominativi e le email dei segretari di circolo non credo si debbano riunire gli organismi dirigenti”.
Ecco allora l’extrema ratio. Ieri l’anti-Tagliani si è presentato nella sede della federazione, in via Frizzi, per avere il sospirato elenco. “Rimarrò qui notte e giorno ed inizierò lo sciopero della fame e della sete”, avverte su facebook una volta entrato. In sede riesce a incontrare Merli e il segretario provinciale Paolo Calvano, “ma si nascondono dietro livelli superiori e prossime assemblee che decideranno. Insomma il nulla”. Poi, dopo l’incontro, la sorpresa: “hanno chiamato le forze dell’ordine per farmi sgomberare, roba da non credere”.
“Alle 12.30 la federazione chiude – precisa Calvano – e le ragazze gli hanno chiesto gentilmente di tornare nel pomeriggio. Lui non ha voluto sentire ragioni e hanno così segnalato la cosa alle forze dell’ordine”.
Il gesto eclatante però qualcosa ha smosso. Da Merli arriva una seconda risposta: “sarà mia cura convocare a breve un’assemblea comunale per poter definire modalità e tempi per lo svolgimento della primarie”. Quanto basta per far esultare a caratteri cubitali Franesi: “ora la candidatura è ufficiale; ora possiamo raccogliere le firme. Finalmente è stato inviato un messaggio a tutti i segretario di circolo informandoli della mia candidatura”..... C