Vittorio Sgarbi trasforma in granatina siciliana... il finiano Granata!

 


La polemica con Agnese Piraino Leto

e il figlio Manfredi Borsellino

Sgarbi replica a Fabio Granata:

«Tenta, assieme al Pm Gozzo

e al Commissario Manfredi Borsellino, d’inquinare  la battaglia politica»

«Quello che vogliono - e chissà quanti altri si

accoderanno - è dissuadermi dal candidarmi a Cefalù»

 

ROMA – Vittorio Sgarbi replica a Fabio Granata, anche lui intervenuto nella polemica tra il critico d’arte, Agnese Piraino Leto e il figlio Manfredi Borsellino:

 

«A fronte di una polemica inesistente e nella certezza dell’ingiuria contro la verità e contro la bella esperienza di Salemi, i toni fintamente amichevoli e sprezzanti con cui Fabio Granata definisce la candidatura richiesta dai cittadini di Cefalù (e anche da esponenti del suo stesso partito, il Fli, che mi hanno insistentemente pregato, come «ennesima trovata», di dare la mia disponibilità alla candidatura di assessore alla Cultura a Palermo) non sono ricevibili, seppure mitigati  dagli attestati di stima culturale. E ciò per l’evidente atteggiamento di superiorità di chi crede di stare dalla parte giusta rispetto a chi starebbe dalla parte sbagliata.

Il riferimento al «giocare» di un eletto, diversamente da lui che non lo è stato, è davvero fuori luogo, ancor più se si tiene conto della sua non memorabile esperienza di assessore regionale ai Beni Culturali rispetto alle tante iniziative realizzate a Salemi, di cui si è parlato in tutto il mondo, e che Granata, ovviamente, nemmeno conosce.

Né la giovane età di Granata né la sua fragile costituzione culturale gli consentono, dall’alto dell’essere nato in Sicilia, di esortarmi a lasciare stare questioni più grandi di me, e addirittura evitare argomenti sui quali, «come dimostra Salemi», non possiederei «l’alfabeto di base»: altre tristi considerazioni, che rientrano nel generale atteggiamento di stalking inaugurato dal Pm Gozzo e da lui confermato chiamando polemica il mio tentativo  di ristabilire la verità delle cose e delle parole.

Quello che Domenico Gozzo, Manfredi Borsellino (anche usando la madre) e Fabio Granata vogliono - e chissà quanti altri si accoderanno - è dissuadermi dal candidarmi a Cefalù.

Se questo dovesse avvenire, non sarebbe per mia libera scelta, ma per una costrizione ambientale dimostrata dalle loro inaudite parole rispetto alla semplice soddisfazione da me manifestata per l’apprezzamento di Agnese Borsellino. Dovrei vergognarmene e tacerlo ?

Non vedo polemica, ma se non riceverò attestati di rispetto ed equilibrio da parte di esponenti politici minacciosi o di chi tenta d’inquinare la battaglia politica, rinuncerò, contro il mio desiderio, a candidarmi»