Paolo Melandri, Nuova Oggettività "poesia in larghetto" (Un ricordo)

 

 

Un ricordo

 

Fiori dell'estate vi spargete ancora così ricchi:

convolvoli agresti nel sentore afro delle biade

tu m'attrai lì verso gli arenti ripari

alieno mi divenne in serre altere il sesamo.

 

I sogni tu inanelli dall'obliare: il fanciullo

sosta sulla gleba incorrotta del campo di spighe

nella vampa del raccolto presso nudi mietitori

con la falce lustra e l'occhio rinsecchito.

 

Sonnolente oscillavano vespe al canto del meriggio

e gli gocciavano sulla fronte infocata

pei tenui argini delle ombre-stelo

petali di papavero: larghe tracce di sangue.

 

Nulla di quanto fu mio mi preda il vespro che diroccia.

Languendo come allora giaccio nei languenti orti

dalla smorta bocca mi si mormora: come son io

dei fiori affranto – dei bei fiori affranto.

 

Paolo Melandri 18 agosto 2014