Ferrara "rossa" antisemita?


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“Netanyahu persona non gradita”

L'appello di varie associazioni rivolto a Tagliani e Franceschini

Un appello “per fermare l’offensiva a Gaza e l’occupazione dei territori palestinesi” che contiene una richiesta forte: dichiarare il premier israeliano Benjamin Netanyahu persona non gradita nel territorio nazionale e, in particolare, in quello ferrarese.
A firmare l’appello, consegnato al sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani nella mattina di lunedì, sono 17 tra associazioni e partiti politici: ‘Anpi “Vittorio Arrigoni”,  collettivo Trentaquattro Erre, Laboratorio Sancho Panza, Radio Strike, Prc, Giovani Comunisti, L’Altra Europa con Tsipras, Uds, sindacato Usb, Gente di Sinistra, Pax Christi, Luciana Tufani editrice, Leggere donna, collettivo lgbtq “God save the Queer”, Cittadini del Mondo, Comitato Acqua Pubblica.
Il documento (il cui testo integrale potete leggere nelle lettere al direttore) prende le mosse dalla delibera del Comune del 29 luglio scorso a favore della pace in Medio Oriente, iniziativa apprezzata ma, si legge nell’appello, “pensiamo tuttavia che l’idea di pace non possa essere considerata qualcosa di teorico ed astratto, ma che vada riempita di gesti concreti e scelte consapevoli”. Tra i gesti concreti proprio quello richiesto al sindaco Tagliani, al vicesindaco Massimo Maisto e al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, di dichiarare Netanyahu persona non gradita, revocando l’invito al premier israeliano a recarsi a Ferrara e sul suolo italiano per l’inaugurazione del Museo dell’Ebraismo e della Shoah, anche perché non rappresentativo dei valori di pace e fratellanza tra i popoli espressi dallo statuto della stessa fondazione Meis.
Altre richieste – sostenute da un lungo elenco di violazioni dei trattati internazionali perpetrate da Israele nel territorio palestinese di Gaza – riguardano l’adoperarsi “per il rispetto delle norme nazionali ed internazionali che condannano l’occupazione illegale ed i crimini di guerra e contro l’umanità”, il considerare la possibilità di “eventuali azioni di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, come strumenti di pressione politica” e, infine, di “fare pressione per un immediato cessate il fuoco” e per “l’abbandono dell’occupazione militare di Gaza e dei territori occupati”.
A Tagliani, inoltre, che ha preso atto dell’appello senza sbilanciarsi, è stato richiesto di partecipare alle iniziative che si terranno il 13 e 14 settembre, in particolare a quella del 14 quando sarà a Ferrara (a Terravivabio) la madre di Vittorio Arrigoni, Egidia Beretta, per una raccolta fondi a favore di Gvc che opera a Gaza per il ripristino dell’impianto idrico che avrebbe subito danni per 34 milioni di euro durante gli attacchi israeliani.