Futurismo, cinema, intelligenza sovversiva

 

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Cinema come arte sovversiva: il futurismo italiano


Mentre in America matura il modello narrativo, in Europa alcuni artisti si spingono verso nuovi orizzonti dove il cinema permette di scoprire mondi nuovi .
Non era però solo il cinema a cambiare la cultura e la vita del ‘900, ma c’erano macchine più importanti come i mezzi di trasporto che permettevano di visualizzare un paesaggio sempre in movimento; le avanguardie degli anni’20 sono tutto costruite attorno al tema della macchina, queste propongono un cinema che frantuma i modelli conosciuti, un’arte che scandalizza e trasgredisce la morale borghese, quindi con la modernità si annuncia la distruzione di ogni forma e modello tradizionale: primi fra tutti furono i futuristi italiani che lanciano il sogno di una rivoluzione ottenuta attraverso le macchine.
Marinetti e gli altri artisti avevano rifiutato le arti tradizionali nel Manifesto del futurismo(1909) sostenendo che una rombante automobile era più bella della Vittoria di Samotracia, statua greca simbolo dell’arte classica; con il Manifesto della Cinematografia 
Futurista (1916) Marinetti, Corra, Ginna, Balla, Chiti, Settimelli considerano il cinema un’arte futurista per natura, in polemica contro il cinema narrativo che sapeva proporre solo “drammi, drammoni e drammetti passatissimi” propongono invece un cinema di “cacce, viaggi e guerre”, un cinema antigrazioso, sintetico e dinamico. Volevano liberare il cinematografo per farlo strumento di un’arte nuova utilizzando i colori, il movimento, il montaggio, caratteristica essenziale della nuova arte.
Per spezzare la tradizione si faceva appello anche al teatro di varietà il solo capace di coinvolgere il pubblico in una partecipazione attiva e beffarda, i primi a fare esperimenti filmici furono i fratelli Corradini; il film di Marinetti Vita futurista mostra i futuristi che disturbano la quiete pubblica importunando la gente nei caffè; Bragaglia in Perfido incanto innesta una storia sulla figura di Thais, una bellissima contessa russa seduttrice di uomini sposati che finisce con l’uccidersi nella sua casa labirinti tra pareti disegnate, spirali. Soprattutto però i futuristi adoravano il cinema comico popolare che celebrava il movimento e il montaggio allo stato puro, i giochi di acrobazie di Cretinetti, Polidor e tutti gli altri comici divennero rivoluzioni culturali.
Le teorie futuriste furono considerate all’inizio un po’ stravaganti ed esaltate, ma furono importanti per le avanguardie successive in film tedeschi come Metropolis e Il gabinetto del dottor Caligari o nelle avanguardie francesi, ma anche nel cinema italiano degli anni ’30 ad esempio nella corsa in macchina che si trasforma in una girandola di impressioni ottiche in Gli uomini..che mascalzoni di Camerini, nel cinema americano classico e in Hitchcock.

Cinema e futurismo


Il futurismo è la prima corrente artistica che s’interessa del cinema come linguaggio e come movimento del linguaggio; in Italia anche la pittura moderna, liberty o l’Art nouveau influenza il cinema e il diva-film (Rapsodia satanica, Thais) in cui su storie drammatiche tradizionali d’amore e morte si innestano una serie di effetti scenici tendenti all’eccesso; la recitazione, le pose, i gesti e i costumi sono stravaganti ed eccessivi e creano la figura della diva che dominerà il cinema italiano ed europeo creando i presupposti del divismo.
Thais non è l’unica donna fatale del cinema, è il cinema dei paesi scandinavi a creare la figura della donna vamp (donna-vampiro), il diva-film è ambientato spesso in grandi ville settecentesche o neoclassiche e lancia grandi figure femminili come Francesca Bertini, Pina Menichelli, Eleonora Duse. Sospese sempre in lunghe pose immobili con i corpi allungati nello spasimo della passione, le dive del cinema italiano spesso compongono quadri statici e lunghi, anche i primi piani sono lunghi e intensi.
*Fdi Anna Carla Russo