PD e postcomunisti pre Renzi? Diversamente mascalzoni....

D'ALEMA E GLI AMICI DI TAGLIANI SINDACO DI FERRARA USCENTE...

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..chiedo a D'Alema: un «normale cittadino» che incastrato dai magistrati ammette di aver incassato e girato al partito una tangente da 20 milioni di lire deve restare a piede libero? E se questo «cittadino» fosse anche un politico, potrebbe continuare a farlo? Già, perché D'Alema non ha pagato il conto, né giudiziario né politico (è addirittura diventato primo ministro) per quella mazzetta presa nel 1985: guarda caso quel reato, più che provato, finì in prescrizione. Quindi se c'è uno che non è stato trattato da «normale cittadino» questo è proprio D'Alema. Del resto lui stesso da sempre non si tratta da «normale cittadino», prova ne è il caso di Affittopoli: casa di lusso ad affitto ridicolo da ente pubblico, alla faccia dei poveri cristi «normali cittadini».

Colpisce poi che il rigore morale di D'Alema non sia emerso con forza quando il compagno Penati, ex presidente della Provincia di Milano e segretario di Bersani, venne beccato a intascare mazzette. Un «normale cittadino», ma direi anche un «normale politico» sarebbe finito diritto in carcere. Penati l'ha sfangata: niente cella, niente condanna. Altra prescrizione, nel silenzio di D'Alema.

E per ultimo ricordo a D'Alema un altro caso di «non normale cittadino» che gli è sfuggito. Quello della tessera numero uno del Pd, Carlo De Benedetti. Nel 1993 ammise di aver pagato 10 miliardi di lire in tangenti a partiti e funzionari per ottenere dallo Stato un appalto per la sua azienda, la Olivetti. Roba da prigione per chiunque. Finì con un'ora, dicasi un'ora, di fermo in carcere e una assoluzione per prescrizione.

Ha ragione D'Alema. Non tutti i cittadini sono uguali....   Il Giornale cont.