Perla maggior parte delle persone la parola pescecaneè solo sinonimo di squalo, il temibile predatore marino. Ma c’èuna minoranza (composta da frange di classi anziane aventi i neuroninon del tutto sommersi dal colesterolo, e classi più giovani nontroppo penalizzate dalle stralunate riforme della scuola degli ultimitrent’anni) che per ancora vive reminescenze scolastiche è consciadi un’accezione presente alla voce pescecanesui dizionari, quella di: “affaristaarricchitosi velocemente, spec. durante una guerra o un dopoguerra,facendo ricorso anche a mezzi illeciti”.
Conl’epiteto pescecani,sorto durante la prima guerra mondiale, veniva indicata la gentesenza scrupoli rapidamente arricchita con le mediazioni d'ogni speciee con le industrie di guerra, profittando furbescamente delleoccasioni rese possibili dall’enormità di forniture belliche.Furonolesmodate ostentazioni di agiatezzadeipescecani,spettacoli giudicati ripugnanti dalle masse, ad innescare la violentaavversione popolare per quei personaggi. Nacquero duraturirisentimenti verso i profittatori, sia nella folla dei coscrittiobbligata agli stenti della vita (e morte) in trincea, sia nellasocietà civile angustiata da indigenza endemica, poi confluitinell’esasperazione e nelle tensioni sociali postbelliche chestimolarono la nascita del fascismo.
L’antipaticacategoria dei pescecanidi guerraha comunque il problema di porsi anche al di fuori da contestibellici per evitare l’estinzione, adattandosi darwinianamente allediverse condizioni dell’economia di pace. Come il pescecane marinosi trova al vertice della catena alimentare negli oceani, così ilsuo omologo umano, per conservarsi tale, in periodo di pace deveinserirsi al vertice della catena di interessi economici, nellenicchie dei sistemi bancario-assicurativo, finanza-borsa,industria-commercio, e politica. Quella politica, soprattutto, la piùaccessibile alla povertà di competenze specifiche dei furbastri. Maciò significa che se la categoria dei pescecaniriesce ad adattarsi con successo, il pescecanismodiventa una stabile disgrazia del tessuto sociale infiltrata nellevarie nomenklature espresse dalla politica dominante.
C’èstato questo non auspicabile successo? Certe prove indiziarie desuntedalle peculiarità dei pescecani (rozzezza ostentativa, carenza dicompetenze) lo confermerebbero. La pacchianeria delle ostentazioni,il marchio di fabbrica del pescecane, se usata come cartina ditornasole dà indicazioni significative. Proviamo ad impiegarla ascopo didattico al famoso caso di quel Tale che, mimetizzatosi inpolitica, raggiunge la posizione di primo cittadino in un piccolocomune di provincia, maturando credenziali partitiche per ottenerealla fine del mandato una poltrona presidenziale di un’importantesocietà pubblica di servizi (1 - non sta scritto da nessuna parteche i sindaci abbiano questo privilegio, ma il pescecanismolo spiegherebbe). La cartina di tornasole indica che il Tale ottienebenefit quali una lussuosa auto di rappresentanza e ufficimanageriali (2 - emerge la pacchianeria). La sua storia evidenzia, aposteriori, che non saprebbe amministrare un condominio, avendocondotto irreversibilmente alla voragine la società che presiedefino alla rovinosa chiusura e cessione (3 – il Tale non si disperaper il disastro). Fine della pacchia? Macché. Continua a percepirestipendi da barone universitario anche senza travestirsi dapresidente, fruendo di auto di lusso e ufficio manageriale (4 -pacchianeria quale fondamento di vita), grazie al suo trasformarsi in“consulente” al servizio del nuovo gestore pubblico di serviziche ha rilevato la baracca fallita. Consulente per cosa? Perun’esigua attività collaterale e sussidiaria della fallitasocietà, opportunamente tenuta formalmente separata dal carrozzonema sempre foraggiata da denaro pubblico (5 – messinscenafurbastra). Basterebbe un impiegato di concetto a gestire la modestaattività, invece no, il prezioso “consulente” viene assunto inpianta stabile dal nuovo gestore (6 - Toh! Allora è impossibilenascondere che l’attività collaterale è autonoma solo perfinta!).
Ecome viene assunto? Ma in qualità di dirigente, no?, con corredo diuna Volvo (7 – infattibile la rinuncia alla pacchianeria). C’èun’ultima ciliegina ad impreziosire la storia: la giustificazioneper l’inverosimile necessità di assunzione di un inutile dirigentein età matura sta nell’applicazione di una legge (a firma Fornero:quella dei poveri esodati) riguardante la tutela alle collaborazionicoordinate e continuative tipiche delle età giovanili.
Possiamodedurre che il pescecanismosia fortemente radicato nei gangli del Settore Pubblico? I setteindizi sopra indicati, a mio avviso, fanno propendere per unarisposta affermativa.
PaoloGiardini