LEOPARDI, NATURA NON SOLO MATRIGNA

Se la vulgata del pensiero leopardiano sulla natura è quella che ancora si insegna nelle scuole e cioè che per il poeta di Recanati la natura è matrigna, avremmo un'immagine assai misera delle idee di Leopardi al riguardo. E Leopardi, a tutti gli effetti, ci appare notevole non solo come poeta, ma anche come filosofo, per la profondità e continuità con cui si + occupato delle varie scienze, a partire dalle opere giovanili a quelle dei suoi ultimi giorni. La ricchezza della concezione del Leopardi della natura e la presenza in essa di una trama di saperi scientifici, significativa rispetto al sapere del tempo e così efficace sa indirizzare non solo tante riflessioni sulla natura disseminate nello Zibaldone, ma anche la filosofia della natura che emerge dalle Operette morali,"opera filosofico, benché scritta con leggerezza apparente", e che traspare, se pure nello stile "vago" e indefinito  che si coglie nei Canti e negli altri componimenti poetici. Leopardi è veramente un "filosofo naturale" nell'accezione che rinvia al philosophe illuminista e pone in luce le varie competenze scientifiche che contribuiscono all'originalità della sua filosofia. Nello Zibaldone si trova una chiara indicazione del rilievo filosofico della "rivoluzione copernicana" nel rapporto tra uomo e natura, che riconosce la limitatezza umana e il carattere periferico del nostro pianeta. Non deve stupire se la moderna ragione scientifica e filosofica viene posta in contrasto con la sapienza degli antichi, che essi stessi, peraltro, furono campioni di naturalismo. E' che la distruzione sistematica degli "errori"- sottolinea Leopardi- finisce per distruggere anche le "illusioni" necessarie per vivere. Ma tale consapevolezza non si trasforma mai in Leopardi in critica all'unica fonte attendibile della nostra conoscenza, che possiamo in quelle che sono le sue amate scienze.
Casalino Pierluigi