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RAZZISMO E ANTIEBRAISMO
alle origini del male
Quando si parla di razzismo la mente corre automaticamente alla persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano.
L'antiebraismo invece viene da molto prima di Hitler, da quando sul finire dell'Impero Romano il cristianesimo diventa con Teodosio religione di stato. E' da questo momento che inizia il calvario del popolo ebraico a seguito dell'infamante accusa di aver voluto la morte di Gesù; si è consolidato durante il Medio Evo ad opera della Chiesa e dei regnanti cattolici, per poi rimanere impresso nell'era moderna in larghi strati della società occidentale a causa della loro presunta cupidigia e volontà di dominio del mondo attraverso il controllo delle economie nazionali.
Il razzismo, ossia la discriminazione a sfondo biologico, è invece un fenomeno più recente che trae origine dalle tesi illuministe di fine settecento, involontariamente supportate dalla teoria darwiniana delle selezione naturale che ha determinato, sul piano filosofico e scientifico, il mito della razza superiore.
Superiorità razziale che è servita a giustificare il genocidio degli indiani d'America da parte dei coloni, la schiavitù moderna e la successiva segregazione razziale rimasta in vigore negli Stati Uniti fino agli ultimi decenni del secolo appena trascorso (democrazia, razzismo e schiavitù hanno convissuto a lungo all'ombra della statua della "libertà").
Con la diffusione delle idee illuministe, razzismo scientifico e antiebraismo si sono infatti sovrapposti e mescolati. Non a caso molti di quei filosofi che hanno gettato le basi della moderna democrazia e dell'ideologia liberal capitalista hanno espresso giudizi sprezzanti nei confronti degli ebrei e giustificato la schiavitù. Perfino Voltaire, universalmente riconosciuto come il padre della democrazia, suo è il famoso assioma:
«detesto le tue idee, ma darei la vita affinché tu le possa esprimere»
trovava normale investire i proventi della vendita dei suoi libri nelle compagnie dedite alla tratta dei negri, a dimostrazione di come i principi di libertà, fratellanza ed uguaglianza proclamati dai filosofi illuministi e sanciti nel sangue della Rivoluzione Francese riguardassero solo la razza bianca. Mentre a proposito del popolo ebraico, nel suo "Dizionario Filosofico", scriveva queste parole di fuoco
«Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che unisce da tempo la più sordida avarizia alla più detestabile superstizione e al più invincibile odio per tutti i popoli che li tollerano e li arricchiscono»
Montesquieu, altro pensatore illuminista e sostenitori dei diritti umani afferma:
«Non si può concepire l'idea che Dio, che è un essere saggio, abbia messo un'anima, soprattutto un'anima buona, in un corpo del tutto nero»
Mentre il filosofo illuminista David Hume scriveva nel 1754:
«non è mai esistita una nazione civilizzata che non fosse bianca: sono portato a sospettare che i negri, e in generale tutte le altre specie umane, siano per natura inferiori ai bianchi»
Questo connubio tra democrazia e razzismo, tra diritti umani e antiebraismo non deve stupire in quanto l'ideologia mercantile, che nasce dalla filosofia illuminista, ha come base l'utilitarismo economico mascherato da nobili intenti. La storia dell'America, l'espressione più eloquente del liberal capitalismo, lo dimostra in tutto la sua interezza (l'ex presidente Obama che ha scatenato le più sanguinose rivolte in Medio Oriente è stato addirittura insignito del premio Nobel per la …pace).
La discriminazione a sfondo razziale non è quindi un'esclusiva del nazismo e non nasce con l'avvento di Hitler; è solo il conformismo politico e la speculazione ideologica che identificano il razzismo con l'antiebraismo per poi ricondurlo esclusivamente al nazionalsocialismo, allo scopo di salvare i responsabile storici e ideologici di queste aberranti teorie che sul piano pratico hanno creato, e ancora oggi producono, tragedie inumane.
Gianfredo Ruggiero, presidente Circolo Culturale Excalibur
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