New York-Maurizio Catellan : All al Solomon R. Guggheneim- tra F.L. Wright e Jovanotti

Jovanotti e Maurizio Cattelan durante l'inaugurazione della mostra - (Saturnino Celani via Instagram)

 
Cos’hanno in comune Hitler, il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, Papa Wojtyla e New York?
La soluzione a un ipotetico, surreale indovinello è “All“, la retrospettiva di Maurizio Cattelan aperta al pubblico dal 4 novembre al Solomon R. Guggenheim della grande mela.
Fino al 22 gennaio sarà possibile osservare le 128 opere, lasciate penzolare nella spaziosa spirale del museo progettato negli anni ‘40 da Frank Lloyd Wright.
 
Su chi sia Cattelan per il mondo dell’arte contemporanea e quali metodi abbia utilizzato per comunicare le proprie idee non è più un mistero.
Sulla sua volontà di andare in pensione, ne avevamo già parlato qualche mese fa.
Sebbene molti lo descrivano come un personaggio riservato, sfuggente e difensore della propria privacy, a distanza di pochi mesi sono stati pubblicati due strumenti utili a comprenderlo più a fondo.
Francesco Bonami ha provato a raccontarlo nella sua Autobiografia non autorizzata, mentre Catherine Grenier ha da poco pubblicato per Rizzoli il libro-intervista Un salto nel vuoto. La mia vita fuori dalle cornici.
A completare la bibliografia, il catalogo monografico a supporto della mostra.
I presupposti per un definitivo punto di chiusura di una carriera lunga vent’anni ci sono tutti.
I suoi detrattori, comprese le persone che lo hanno sempre additato come un prodotto del marketing - l’ultimo in ordine cronologico è stato il critico francese Jean Clair - tireranno - forse - un sospiro di sollievo.
In effetti, al di là del sentimento di amore o odio, và detto che Cattelan non produce nulla di nuovo da qualche anno e nell’ultima Biennale veneziana è scivolato su una autocitazione, riproponendo nel Padiglione Centrale una sua opera del ‘97.
Nelle varie interviste rilasciate non ha mai smesso di ribadire la mancanza di ispirazione e la necessità di sperimentare nuove strade.
Nell’ultimo anno si è concentrato su progetti meno legati al mondo delle gallerie d’arte: ha curato la grafica di Ora, l’ultimo album di Lorenzo Jovanotti
 
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