No, non ditelo alla gente,
solo a elette menti accorte!
Canto l'essere vivente,
quei che anela all'ignea morte.
Fin nell'ombre dolorose
dove crei e sei creato
provi, o insetto, brame ascose
quando t'arde un cero a lato.
Non dimori ove sei cinto
dell'ombrifero elemento,
il desìo t'ha ormai sospinto
a più alto abbinamento.
Bell'incanto ti seduce,
voli alla tua nuova vita;
finché, poi, bramando luce,
sei, farfalla, incenerita!
E finché non attuerai
questo «muori e poi rivivi»
solo cieli cupi avrai
sopra i tuoi terrestri clivi.
E pur nasci e pur t'inzuccheri,
penna mia, dell'universo –
sgorghi sempre dal mio càlamo
qualche bel terrestre verso.
Paolo Melandri
domenica 6 novembre 2011
«Vergleiche dich! Erkenne, was du bist!»