Dentro e fuori Casapound Capire il fascismo del terzo millennio D. DI NUNZIO - E. TOSCANO (Armando editore, Roma), Recensione

CasaPound attrae molte persone, soprattutto giovani, che rifiutano la società attuale, che vogliono lottare per cambiarla e cercano di farlo con uno stile diverso da quello della politica tradizionale, attraverso occupazioni, concerti, conferenze, serate nei pub, progetti, mobilitazioni. Quali sono i limiti e le opportunità che hanno gli individui per riuscire ad affermare se stessi e la propria libertà, in questa impresa collettiva? Gli autori provano a rispondere a questa domanda, per comprendere chi sono gli individui "dentro CasaPound" e il senso del loro agire.


Recensione di Roby Guerra

 

Edito alcuni fa, 2011, retrospettivamente, questa pressochè unica ricognizione scientifica sul fenomeno cosiddetto e controverso di Casapound, appare tutt'oggi – almeno in certo senso – quasi "profetica" e comunque lungimirante, alla luce del movimento cosiddetto neofascista (essenzialmene romano) nel suo recente divenire storico, emerso, come noto, in primo piano attualmente anche sul piano elettorale, almeno territoriale (Ostia e non solo).

Naturalmente si sono ulteriormente amplificate le polemiche per l'etichetta di meri Nostalgici e certo neoinasprimento cosiddetto antifascista, vedi legge Fiano sull'apologia di reato ulteriormente altrettanto ampliato.

Proprio Ostia, il caso Spada (che ha menato un giornalista) e il ruolo del clan locale come ipotetico sponsor di Casapound, la dice lunga come da cronache mediatiche persino live.

Va da sé, ieri come oggi, la complessità indubbia che caratterizza i nuovi fascisti del terzo millennio, come poi focus e in evidenza fin nel libro in questione, a cura anche di un autore di insospettabile matrice opposta di sinistra.

Insomma, che siano nostalgici anche è fuori discussione, come orgogliosamente (o anacronisticamente, a seconda dei punti di vista) autoproclamano; che tipo di fascismo ripropongano è altra questione che si dilata sulla storia stessa meno ideologica su certo fascismo culturale sdoganato, piaccia o meno, dopo Renzo de Felice; che avranno un ruolo anche politico alle imminenti elezioni politiche – infatti – del prossimo anno in primavera circa, gira e rigira forse di supporto al nuovo Centro Destra di Berluscono, Meloni e Salvini,  è facile previsione.

In ogni caso, già nel libro si evidenziava anche un "modernismo" populista o meglio popolare concreto, con azioni molto concrete soprattutto nell'area romana e laziale (diffusi storicamente anche in Trentino questi di CP) di aiuto a romani e italiani in precarie condizioni economiche e battaglie dal basso per i diritti dei più deboli (italiani...) che caratterizzava evidentemente certo fascismo sociale di memoria precisa storica del ventennio e non necessariamente negativo, prossimo vuoi a certa dinamica originaria del fascismo storico di Mussolini, vuoi poi alla destra sociale dal secondo dopoguerra, dal MSI a AN oggi Fratelli d'Italia.

Il primo fascismo, poi comunque spesso tacito almeno parzialmente, nel successivo fascismo di regime, in tal senso sociale, era e continua ad essere la matrice globale di CP, già diversamente dialettica rispetto alla storiografia più ideologica, quando quel fascismo, ispirato anche da futuristi e anarchici nazionalisti si proclamava oltre le categorie storiche destra e sinistra: in tal senso come anticipazione a ben vedere di altre dinamiche molto attuali (i 5 Stelle) o anche dei radicali storici di Pannella alcuni decenni fa.

Matrice divulgata... da CP alcuni anni fa infatti con alcuni manifesti sul Turbodinamismo e sull'Estremo Centrismo, al di là della destra e della sinistra, che colloca, almeno sul piano fenomenologico, di buona risonanza mediatica (Il Giornale ecc.) al passo proprio con certo ritorno critico di certo fascismo culturale (come accennato e fino a pochi anni fa sempre rimosso nel calderone della vulgata marxista), finanche del postmoderno atipico, oltre frontiera, degli stessi francesi ben noti, Alain de Benoist, Guillaume Faye e lo stesso M. Onfray e altri.

CP stesso ha sempre messo in primo piano anche certa dinamica culturale: Adriano Scianca ad esempio, a suo tempo giovane "guru" intellettuale ufficiale e comunque nell'area (poi direttore del quotidiano on line Primato Nazionale) mica è liquidabile come un rozzo cattivo maestro alla rovescia... E anche altri, Iannone ecc.

In tal percorso CP si è anche accompagnato a certo ritorno del futurismo, ad esempio a Trento diverse iniziative, quantunque l'ala certamente più d'annunziana o diversamente decadente e in tal senso on topic, vista la natura essenzialmente più vera progressita sia di Marinetti (a dispetto di certa sua prossimità al fascismo rivoluzionario) che di certi suo eredi contemporanei, persino tecnoanarchici.

Riassumendo, ulteriormente, le analisi anticipatorie del libro e le sue amplificazioni on topic successive, certa demonizzazione si conferma anche ai giorni nostri, visto che spesso le critiche a CP non muovono da magari certo percorso ancora indubbiamente irrisolto del movimento (ancora confuso tra postfascismo culturale e metapolitico – legittimo come certo eventuale postcomunismo....e residui antidemocratici e troppo per così dire anche iconici di certo fascismo on the road squadristico..) ma dal pensiero unico sinistrorso e buonista e filo migrantico a prescindere, fortemente ideologico e miope su certo specularismo estremo stesso che riguarda i Centri Sociali stessi "rossi".

Perchè molto semplicemente, se si vuole bannare CP con il pretesto dell'apologia di reato allora andrebbero chiusi tutti i Centri Sociali "Rossi"!


info

http://www.armando.it/dentro-e-fuori-casapound8374