L'ARTE DELLA MENZOGNA POLITICA

La menzogna politica porta ormai il nome di fatto alternativo. Abito nuovo di una vecchia abitudine, che non può pretendere però di averne trasformato l'uso. La menzogna agita e rovescia sempre gli esiti delle elezioni, contribuisce a far vincere e perdere le guerre, a promuovere inchieste giudiziarie o a sfatarle. Nel 1712, un saggio proprio intitolato L'ARTE DELLA MENZOGNA POLITICA e attribuito a Jonathan Swift, l'autore dei VIAGGI DI GULLIVER - ma scritto assai probabilmente da John Arbuthnot (1667-1735), scrittore satirico scozzese e aderente al cenacolo dello stesso Swift- teorizzava la potenza di questo meccanismo. Tale piccolo e breve testo costituisce una rielaborazione dei grandi testi della dottrina politica e si presenta a grandi tratti come un libro che non esisterà mai per dei lettori che lo volessero comprare in anticipo alla sua eventuale pubblicazione, E si rivela un tesoro di ironia. Diffondere calunnie e vivere nella menzogna sono i diritti inalienabili del popolo inglese, ci dice "l'Autore". Ma per far credere una menzogna occorre essere dotati di una certa sottigliezza. Prospettare al popolo degli "obiettivi terrificanti" ? Lo si deve fare con parsimonia, per evitare che la gente si abitui ad essi e che, con la familiarità a questi fenomeni, si ottengano effetti contrari allo scopo. Si sconsiglia di far prevedere che una situazione si verificherà in un dato momento preciso, per non essere contraddetti dai fatti. Oggi, a dire il vero, la menzogna si è democratizzata e si può continuare a mentire impunentemente.
Casalino Pierluigi