Dopo l'epidemia di colera verificatasi, Haiti accusa le Nazioni Unite di essere responsabili del disastro che ha causato 8 mila morti e mezzo milione di contagiati.
Quando nel 2010 una epidemia di colera si scatenò ad Haiti sembrò l’ennesima sfortuna di un paese da sempre martoriato per cause interne, governi dittatoriali e povertà assoluta, o per cause naturali come lo fu il terribile terremoto del 12 Gennaio 2010 che provocò oltre 220 mila morti e rase praticamente al suolo la capitale Port Au Prince.
Fu colpito un Paese che, secondo il rapporto ONU sullo sviluppo umano, è sempre stato tra gli ultimi paesi del mondo.
Il terremoto violentissimo, di grado 7, mise in ginocchio un paese già abbondantemente disperato in cui oltre il 15% della popolazione, ossia circa due milioni di haitiani rimasero senza casa, senza acqua potabile e senza alcun tipo di risorsa per sopravvivere.
Lo sforzo per aiutare Haiti messo in piedi dalla comunità internazionale fu gigantesco anche se oggi, a quasi quattro anni dal terremoto, i risultati sono ancora scarsi con centinaia di migliaia di haitiani che vivoino ancora in tendopoli, con un sistema sanitario allo sfascio in cui solo grazie ad alcune organizzazioni internazionali come Medicina Senza Frontiere, o Save the Children o le organizzazioni religiose, riescono a garantire l’assistenza a parte della popolazione.
Inoltre alcuni mesi dopo il terremoto Haiti fu colpita, come dicevamo prima, da una epidemia di colera che ha provocato oltre 8.000 morti ed infettato oltre mezzo milione di cittadini di Haiti.
In questi giorni gli avvocati che rappresentano e tutelano gli interessi delle migliaia di morti, hanno presentato formale denuncia presso il tribunale di New York accusando le Nazioni Unite di essere colpevoli del disastro umanitario.
Secondo l’accusa che ha svolto e presentato i risultati delle sua ricerca, il colera si sarebbe sviluppato a causa di un gruppo di soldati del Nepal, i quali accampati nella città di Mirabelais, una cittadina di circa 9 mila persone a 41 Km da Haiti, avrebbero usato il fiume che passa di lì come scarico fognario gettando in acqua direttamente gli scarichi dell’accampamento.
I soldati Nepalesi erano parte del gruppo di Peace Keeping della Nazioni Unite, lì inviati per aiutare a tenere sotto controllo l’area ed evitare situazioni come lo sciacallaggio o la violenza che usualmente, purtroppo, accompagna questi disastri.
Il gruppo di avvocati sta ora chiedendo un risarcimento di 100 mila dollari per ogni persona deceduta, e 50 mila dollari per ciascuna delle 650 mila persone che hanno contratto la malattia, e tale richiesta trova una giustificazione nel fatto che il colera era da oltre 100 anni che non colpiva l’isola di Haiti.
C’è quindi, abbastanza evidente, l’ipotesi che l’epidemia sia giunta per cause esterne.
Inoltre secondo la BBC a suffragare l’ipotesi accusatoria degli avvocati c’è una dichiarazione di Danielle Lantagne, una esperta che ha lavorato per l’Onu ad Haiti, la quale ha detto che “il contagio è venuto molto probabilmente dall’accampamento dei peacekeeper”....C