Movida postribolo?Malaguti PDL gaffe 1.0., perso il target giovani

L’Italia è il paese che detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità, conserva, nelle chiese e nei luoghi pubblici, una produzione di opere d’arte cosiddette ‘minori’ che consentirebbe la realizzazione di molti altri musei oltre ai più importanti noti a tutti. E si deve aggiunge una serie di patrimoni naturalistici tra i più belli e una offerta gastronomica di piatti tipici locali che non ha eguali al mondo sia in termini di quantità che di qualità.

Il turismo dovrebbe essere la prima industria del nostro paese, offrire una capacità occupazionale senza eguali, eppure, spesso i primi ad avere poco rispetto verso i nostri beni culturali siamo proprio noi. In quest’ottica, anche da un punto di vista totalmente laico, si possono davvero considerare peregrine le affermazioni di Monsignor Luigi Negri? Qualcuno ha affermato che il vescovo di Ferrara ha ‘sconfinato’ in competenze che spettano agli amministratori pubblici, ma se così fosse si dovrebbe allora anche contestualmente riconoscere un vuoto, una carenza di intervento proprio da parte della pubblica amministrazione. Chiediamoci perché situazioni simili a quella creatasi nel sacrato del Duomo di Ferrara non sarebbero possibili nel sacrato di Notre-Dame o dell’abbazia di Westminster. Forse perché negli altri paesi occidentali hanno un maggiore rispetto verso il loro patrimonio culturale. E da questo senso di rispetto collettivo ne deriva anche un maggior rispetto reciproco nella società.

Oltre a questi aspetti attinenti a scelte totalmente laiche di chi amministra, vi sono le considerazioni di tipo culturale e morale da cui un vescovo non può esimersi, in particolare riguardo all’educazione di quei giovani che, con gli studi universitari, si candidano ad essere i futuri quadri dirigenti della nostra società. In quest’ottica il rispetto verso il nostro patrimonio architettonico dovrebbe essere doveroso, sia per un fatto culturale, sia per un fatto puramente economico e occupazionale.

Oggi la stragrande maggioranza dei cittadini lamenta la percezione di un paese alla deriva, attribuendone le colpe proprio ai quadri dirigenti che lo hanno governato fino ad oggi, nell’ambito politico e amministrativo. Perché dunque non chiedere alle generazioni future, ai futuri quadri dirigenti, una maggiore attenzione verso la nostra millenaria società e verso le nostre stesse risorse che conservano anche potenzialità occupazionali. E’ davvero sbagliato che un vescovo chieda questo tipo di attenzioni alla società del domani?

Mauro Malaguti, consigliere regionale Pdl