Roma segnala la libera stampa ferrarese: intervista a Marco Zavagli (Estense com) per l'affaire vescovo/movida


D-  Zavagli, l’affaire vescovo/movida…  esternazioni soprattutto gratuite del vescovo?
R – Monsignor Negri è conosciuto come uomo di grande cultura e intelligenza. È anche vero che è ancor più noto per certe uscite sulla stampa poco ortodosse. A cominciare dall’attacco ai magistrati del Rubygate, passando per la richiesta di messa all’indice del film “le Streghe di Salem” di Rob Zombie con conseguente proposta di querela allo Stato per non averlo vietato ai maggiorenni, fino a battezzare come “peggio del nazismo” alcuni documenti sul web la cui paternità riconduce all’endiadi Grillo-Casaleggio.
Le orge davanti al duomo di Ferrara e l’idea di recintare il sagrato della cattedrale è notizia di questi giorni. Penso che tutte queste uscite abbiano un unico filo conduttore che conduce a una visione molto “severa” della società. Non dimentichiamo che Negri è uno dei maggiori esponenti di Comunione e Liberazione, movimento colpito di recente da grossi scandali che ne hanno intaccato l’immagine. Ricollocarsi come guida all’interno di una comunità cattolica spaesata può diventare un imperativo.
D- Arriva dal rettore Nappi l’analisi non a caso più autenticamente laica e verosimile?
R – Faccio fatica a definire analisi laiche e verosimili sulla questione “postribolo”. Per una intera settimana (e oltre) le cronache di alcuni quotidiani hanno riportato interventi e commenti pro e contro l’invettiva del vescovo. Tante parole senza reggersi su alcun fatto. Su Estense.com abbiamo pubblicato quello che rappresenta la movida estense in termini numerici: nessuna denuncia in un anno per atti contrari alle religione né per atti di vandalismo. Le chiamate al 118 per intossicazione da alcol (il capo della diocesi di Ferrara parlava di “centinaia o migliaia” di anime perdute che “quasi tutte le notti”, vagano nel limbo di “enormi sbronze di alcol e droga”) si contano sulle dita di una mano. Riconducibile per età della persona soccorsa alla movida se ne trova solo una negli ultimi tre mesi. Ergo, le serate universitarie non rappresentano un problema di ordine pubblico. Al massimo si può discutere di comportamenti poco educati, ma non di pericolo per la città. Se si fosse partiti da queste basi, anteponendo dunque – come si dovrebbe sempre fare – i fatti alle parole, né il rettore né altri sarebbero intervenuti per parlare di un problema che intermini di ordine pubblico non esiste.
D-  Oggi si parla di mixare quasi il diritto al divertimento-movida con simultanee iniziative istituzionali adiacenti… ottima idea… ma perché solo ora…  dopo un ventennio quasi di Movida?
R- Iniziative, anche pregevoli, ce ne sono già state in passato. Penso, vado a memoria, al camper di “Stasera guido io”, contro la guida in stato di ebbrezza. Un’altra iniziativa, questa un po’ farsesca, risale al luglio di due anni fa. Il Pd locale si lanciò in una operazione simpatia, scendendo con i propri sindaci listati tricolore tra la folla del mercoledì sera, con Tagliani che recitava un testo dei Subsonica. Ieri come oggi erano imminenti le elezioni…
D-  Qualcuno – al di là delle parole del vescovo – ha forse indicato soluzioni fattibili a certi indubbi effetti collaterali… oltre a iniziative in più ufficiali,  bagni pubblici e-o chimici permanenti (magari utilissimi anche per il Festival  Buskers) vigili meno effimeri,  fogli di via ai soggetti (minoritari o eccezionali) indecorosi colti in fallo ecc.  Che ne pensa?
R – Credo che una dotazione di bagni pubblici  appena appena superiore a quella di un paese del Terzo mondo risolverebbe ogni problema di “ars hidra” lungo le pareti e gli angoli dei monumenti. Una presenza costante di una forza di polizia – cosa che già avviene quantomeno fino alla mezzanotte – servirebbe poi da deterrente per qualche testa calda. Ma, ripeto, fino ad oggi l’intervento di polizia e carabinieri per fatti gravi non è mai stato necessario.
D- Ferrara laica e democratica, al di là della libertà di fede, non merita forse un vescovo più moderno e non tradizionalista? O l’affaire movida è un lapsus gigante della vera Ferrara in declino?
R – Che Ferrara sia laica – questa volta tocca a me lanciare la provocazione – è tutto da dimostrare. Che Ferrara sia democratica è “statalmente” garantito. Anche se la pancia della democrazia non deve mai essere sazia. Il vescovo è un referente della Chiesa, della diocesi di Ferrara e non della città Ferrara. Credo quindi che dovrebbe limitare i propri sermoni, apprezzabili o meno, alle sicuramente tante persone interessate alle sue parole. Allo stesso modo io, laico, non credente, mangiapreti o come volete definirmi, non mi permetto di entrare in un tema riservato alla Chiesa, alla diocesi, ai seguaci del vescovo. Come dire, peccherei di ingerenza. E visti gli ultimi esempi preferisco evitare brutte figure…