Antonio Saccoccio: il Non-Voto anarcofuturista

 Il corpo morirà lo stesso, e in breve tempo, ma volete mettere la soddisfazione di poter dire: “quella feritina l’ho curata io! e non loro che sono degli incapaci!”. E invece gli incapaci sono tutti. Tutti. Lo hanno dimostrato governando. E chi non ha governato lo dimostra chiacchierando in questo modo del nulla. Qualcuno di questi chiacchieroni sostiene che tutto si risolverà se tutti pagheranno tutte le tasse! Evviva! Per altri tutto andrà a posto se nessuno pagherà più la tassa sulla casa! Evviva! Di questo si parla. Su questo si litiga! La “crisi” – questo teatrino ne è la dimostrazione – non è affatto economica. È in crisi la nostra speranza, la nostra fiducia nell’uomo, la nostra fiducia in un altro mondo. In un mondo migliore.
Per fortuna, in pieno periodo elettorale, ritorna il triste spettacolo, ma ritorna anche la solita speranza. La speranza che aumentino coloro che, come me, decideranno di non votare, di stare a casa. Stare a casa per far comprendere a questi poveri di animo e di pensiero, che ora si mostrano belli e carini per poterci poi rappresentare, che qualcuno si sottrae al loro gioco. Che qualcuno è animato da passioni e attenzioni differenti. Che qualcuno sta lavorando per cacciarli via. Sta lavorando per un mondo differente da quello deprimente in cui ci troviamo a vivere.
Non è tanto il “non-voto” che può interessarci. È pieno di gente che non vota, ma per disinteresse, perché non ha nulla da dire, nulla da chiedere a questo mondo. Ma noi no. Alcuni di noi hanno da chiedere ancora molto a questo mondo e fino a quando ci reggeranno le forze ci batteremo per questo. E quindi noi non votiamo per alcuni precisi motivi. Sappiamo perché non votiamo. Io so perché non voto... CONTINUA