AD FuturDestra? di Massimiliano Mazzanti

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Silvio Berlusconi è insoddisfatto della struttura del PdL? Il Cavaliere potrebbe in qualche modo tornare sui suoi passi e tornare a dividere le sorti di Forza Italia da quelle di Alleanza nazionale? In verità, è difficile immaginare uno scenario del genere, ma, se la PdL dovesse in qualche modo implodere, quali opportunità e quali rischi correrebbe, la Destra politica
italiana?Il rischio maggiore, è certamente  quello di una rinascita di Alleanza nazionale, magari senza Gianfranco Fini e guidata da un Maurizio Gasparri o un Gianni Alemanno. Una tale formazione, potentemente organizzata col vantaggio di una presenza al governo e diffusa nelle istituzioni sparse in tutto il territorio nazionale, potrebbe avere capacità di attrazione tra la militanza e l’elettorato che - stante le persistenti divisioni e spaccature tra le altre sigle – continuano a considerare “di destra” quella classe dirigente e il gruppo a cui appartiene.
Di contro, una rinnovata concorrenza tra FI e An potrebbe anche aiutare la crescita dei movimenti di destra o, meglio ancora, di un partito unico della Destra che fosse in grado di esprimere una posizione politica e un programma spendibili per il governo del Paese. Anzi, una tale formazione – vista tatticamente, nel breve e medio periodo, come opportunità di indebolire gli ex-An - potrebbe trovare in FI anche una sponda interessante, oltre che interessata. L’agitarsi di problematiche di tale natura nella PdL, poi, restringe e di molto le tempistiche concesse alla Consulta per l’unità dell’area costituita da AreaDestra per raggiungere i risultati sperati. Fatta salva la regola che afferma come in politica nulla sia mai certo e definitivo, è di tutta evidenza come, perdurando le divisioni nella Destra non allineata al PdL, un’eventuale concorrenza sul territorio con una “destra già al governo” vedrebbe tutti gli altri alquanto svantaggiati.
Si creerebbe, da un certo punto di vista, la situazione che An ha vissuto per anni nei territori della Lega, dominati facilmente da un partito che, a seconda dei casi, poteva giocare la carta del partito di piazza o quella del partito di governo. La speranza, da questo punto di vista, è che nell’eventuale “costola destra” della PdL resti proprio Gianfranco Fini, con le sue per lo meno bizzarre posizioni politiche che aiuterebbero certamente la disaffezione degli elettori e dei militanti da quel gruppo. E, comunque, se Fini decidesse di costruire qualcosa in splendida solitudine, la “costola destra” del PdL troverebbe in lui un ulteriore competitore che permetterebbe a una nuova Destra di far risaltare la sua ritrovata coerenza e unità. Infine, questa situazione suggerirebbe di trovare quanto prima una tattica e una strategia di comportamento verso i berlusconiana, improntate alla massima pragmaticità, nell’intento di trarre dal rapporto con la”costola forzista” dell’attuale PdL i massimi vantaggi possibili, in termini di visibilità e agibilità politica.
Ovviamente, però, tutto questo discorso dovrebbe essere comunque accompagnato da un’intensificazione degli sforzi e delle energie organizzative e miltanti, in modo da estendere e rafforzare in ogni parte del Paese la cinghia di trasmissione delle idee e dei progetti della Destra politica italiana.

Massimiliano Mazzanti /esecutivo nazionale Area Destra

www.areadestra.it

video http://www.youtube.com/watch?v=pJ-W2uyGv7Y&feature=related