L'IMMAGINE DELLA RUSSIA IN OCCIDENTE

La Russia è un mondo sempre difficile da conoscere. in un celebre libro di Enzo Biagi LA RUSSIA VISTA DA VICINO il giornalista concludeva il suo racconto, dicendo che non si può capire la Russia, ma amarla. E amarla nella consapevolezza della sua realtà ambivalente. Una religiosa italo-olandese, suor Ida Benvenuti, FMA, mi diceva anni fa che l'anima russa era tutta racchiusa nei suoi vasti spazi e indicava nel Concerto N.2 in do diesis minore di Sergey Rachmaninov il vibrare di essa nella sua drammatica e sublime manifestazione sonora. Certo la Russia di Biagi e di Suor Ida era ancora l'URSS, ma la Russia sovietica, nata dalle spoglie della Santa Russia, viveva la sua stagione di Santa Russia sovietica (vedi il mio precedente articolo su Asino Rosso con tale titolo, ma anche l'altro QUANDO LA RUSSIA ERA L'URSS, pubblicato anche su Comunicati.net). Un quadro da decifrare dai tempi di Ivan il Terribile o di Pietro il Grande è dunque la Russia, ma anche una società enigmatica e lontana che si interroga perennemente su se stessa. Un esercizio che i russi fanno dai tempi di Puskin, sotto la cui statua si leggono ancora oggi poesie e si concentrano manifestazioni di piazza. Per il Cremlino di Putin in questi giorni Aleksej Navalny è, come si dice, un irritante marginale: il tutto secondo la tradizionale storia dei rapporti tra autorità e popolo in Russia. Nella terra degli scacchi la partita è dunque tra il potere e la contestazione di esso, una partita non nuova nella vicenda russa, una partita, per farla breve, tra il sessantacinquenne plurieletto Presidente Putin e il quarantunenne dissidente Navalny, abituato orma a frequentazioni più o meno breve delle patrie galere. E tale confronto tra il potere e la dissidenza non è cosa nuova in Russia. Escludendo dal voto il giovane contestatore del potere e della nomenclatura russa, Mosca eleva quest'ultimo al rango di sfidante ufficiale. L'erosione del potere plebiscitario non significa che Putin, dopo le presidenziali di marzo, sia più debole o costretto a dimettersi. Anzi. La rielezione del nuovo zar non è in discussione e la vasta base industrial-militare che lo sostiene non è certo disponibile ad un cambio di vertice. E' così che la Russia contemporanea non si differenzia di molto da quella di Coustine, ma anche da quella profetizzata da Tocqueville che vedeva nella Russia e nell'America le due potenze in ascesa nell'arena mondiale. C'è stato un tentativo, dopo il crollo dell'ordine di Yalta di integrare la Russia nell'Occidente, ma la geopolitica si è messa di traverso, come naturale che fosse. Quindi nonostante che un'altra Russia sia sempre viva e presente, la Russia di sempre finisce per restare in sella anche fermando la Storia.
Casalino Pierluigi