Se la CIA ci dice che il leader nordcoreano Kim non è un pazzo, ma un attore razionale, il pericolo è ancora più grande, se lo si misura con l'arte della guerra orientale che interpreta le mosse offensive nel quadro di una teoria filosofica razionale, ma spregiudicata al punto da porre l'avversario in un una condizione di perenne incertezza. Circostanza che peraltro l'America, i suoi alleati occidentali e il Giappone non sottovalutano, se pur nel contesto di un gioco di guerra imprevedibile e non scevro di comportamenti che fino a che punto irrazionali non è mai dato sapere. Il riarmo continuo di Pyongyang non fa sperare nulla di buono, ma la ridda di voci e di notizie spesso contrastanti apre la porta a soluzioni in extremis se non altro per il rinvio delle scelte irreparabili. La Corea del Nord, enigmatica e lontana, non rappresenta solo un ipotesi di crisi dalle conseguenze gravi, ma anche un rebus geopolitico inedito che costituisce l'eredità di un periodo storico, la guerra fredda, che si credeva terminata.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi