LA CRISI NORDCOREANA AD UN PERICOLOSO PUNTO MORTO

Negli ultimi giorni si è assistito ad un susseguirsi di dichiarazioni polemiche di tipo propagandista del regime di Pyongyang, seguite da altrettanto caustiche affermazioni della Presidenza americana in un mix di commenti degli osservatori in vista di un possibile ed imprevedibile esito del conflitto che in una parossistica deriva si muove verso un drammatico traguardo. Il doppio gioco di Russia e Cina mostra ora la corda e neanche le cointeressenze equivoche che le hanno segnate riescono più a frenare le spinte irrazionale di un gioco che si fa sempre più confuso e fuori controllo. Forse l'arsenale missilistico e nucleare di mister Kim non è così poderoso come si pensa, ma anche al primo lancio di sputnik sovietici, nel 1957, si restò sorpresi della loro capacità di trasportare non soltanto ordigni spaziali, ma anche nucleari. Ecco perché non va sottovalutata la retorica propaganda del leader nordcoreano, aldilà delle sue provocazioni marcate e grossolane. Stando così le cose, sanzioni e trattative sotto traccia, ma sterili, non portano da nessuna parte, mentre sempre più probabile il lancio maldestro di qualche razzo su genti inermi, magari proprio in quel Giappone che sulla sua pelle ha già provato l'olocausto nucleare. In conclusione, la crisi nordcoreana è sì una crisi atipica, ma terribilmente seria e suscettibile di gravissimi sviluppi per l'intero pianeta.
Casalino Pierluigi