La mostra ferrarese dedicata al suo grande figlio aveva un titolo geniale: "Orlando Furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi". Geniale davvero perché presuppone un'idea a cui generalmente non si pensa. E cioè che quando un'autore scrive e crea è pervaso, anzi imbevuto di tutto quello che incontra e che riempie la sua mente. Chi non crea è fuori dal mondo in cui vive, mentre chi crea recepisce anche le opere di altri e le riscrive o le trasforma in qualcosa di nuovo e sublime come ha fatto l'Ariosto con l'Orlando Furioso, poema eccelso di fantasia e di invenzione, una chimera che rende nuova la realtà stessa. Proprio per questo che nulla e nessuno riuscirà a creare qualcosa di simile a ciò che ha creato l'Ariosto con l'Orlando Furioso, una grandiosa visione del mondo che sgorga dalla mente di chi ha chiuso gli occhi per pensare, per riflettere, per guardare oltre il limite dell'uomo, oltre ogni limite visibile.Viaggiare è immagine dell'esistenza, un'esistenza che raccoglie nel suo percorso parole ed immagini appunto, qualcosa di reale e virtuale al tempo stesso al pari di un'atmosfera colta e percepita in un disco bar. Ma l'Ariosto non si ferma a recuperare solo le immagini, ci propone anche le parole, perché senza parole le stesse immagini si spengono.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi