Del tema dei santi nell'Islam ho già avuto modo di trattare con
precedente intervento sempre su Asino Rosso. Occorre, tuttavia, se pur
brevemente tornarvi, anche in conseguenza di alcune distorte
interpretazioni della spiritualità dei musulmani, che, di fronte a
fenomeni di politicizzazione radicale e armata, rischia di smarrire il
suo significato autentico, con danno di immagine anche dal punto di
vista culturale.Le religioni di cui come detto l'Islam ha preso il
posto vivono tuttora dentro lo stesso Islam, immutate e intatte. I
luoghi di culto più frequenti in molte zone sono i santuari dei Weli,
le tombe o cenotafi di uomini e donne sante. In una gran parte del
mondo musulmano il culto cristiano dei santi aveva preceduto quello
musulmano e fu adottato dai musulmani nel modo stesso come i santuari
degli dei e degli eroi pagani erano stati appropriati dai santi e
martiri cristiani. Bisogna osservare però, che vi è una differenza
fondamentale: il culto dei santi non ha mai avuto nella moschea un
posto corrispondente a quello che esso ha nelle chiese cristiane,
anche quando si tratta di moschee erette in memoria o in onore di un
santo.I santuari sono spesso il luogo di sepoltura di eroi della fede
islamica. Molti di essi, come è avvenuto per i cristiani, sono antichi
luoghi di culto pagani, che ottennero diritto di cittadinanza
nell'Islam per via di leggende che ne fecero i sepolcri di Weli.
Secondo la teoria ortodossa, i santi sono invocati affinché per virtù
dei loro meriti intercedano presso Dio, onde conceda ai devoti che si
recano in pellegrinaggio ai loro santuari le benedizioni che essi
domandano. La voluminosa agiografia musulmana, dal Marocco all'India,
dall'Africa all'Asia, ad altre aree di influenza islamica, è piena di
miracoli operati dai santi in vita e di interventi miracolosi e grazie
ai devoti che accorrono alle loro tombe. Poiché non vi sono più
profeti, sono solo i miracoli dei santi che interessano il mondo in
genere. Le reliquie non hanno mai avuto nell'Islamismo l'importanza
religiosa che hanno avuto nel cristianesimo, anche perché fu subito
compreso che tale speciale culto era in realtà un ritorno al
paganesimo. Se è vero che tra il XVIII e il XIX secolo ci fu una
reazione (iconoclasta) contro tali forme, propugnata dal movimento
wahhabita, la permanenza del culto dei santi e la devozione è forte e
riveste carattere non solo spirituale, ma anche creativo.
Sull'argomento della santità e della religiosità popolare e dei loro
sviluppi non si mancherà di tornare in altra occasione.
Casalino Pierluigi, 29.10.2015
precedente intervento sempre su Asino Rosso. Occorre, tuttavia, se pur
brevemente tornarvi, anche in conseguenza di alcune distorte
interpretazioni della spiritualità dei musulmani, che, di fronte a
fenomeni di politicizzazione radicale e armata, rischia di smarrire il
suo significato autentico, con danno di immagine anche dal punto di
vista culturale.Le religioni di cui come detto l'Islam ha preso il
posto vivono tuttora dentro lo stesso Islam, immutate e intatte. I
luoghi di culto più frequenti in molte zone sono i santuari dei Weli,
le tombe o cenotafi di uomini e donne sante. In una gran parte del
mondo musulmano il culto cristiano dei santi aveva preceduto quello
musulmano e fu adottato dai musulmani nel modo stesso come i santuari
degli dei e degli eroi pagani erano stati appropriati dai santi e
martiri cristiani. Bisogna osservare però, che vi è una differenza
fondamentale: il culto dei santi non ha mai avuto nella moschea un
posto corrispondente a quello che esso ha nelle chiese cristiane,
anche quando si tratta di moschee erette in memoria o in onore di un
santo.I santuari sono spesso il luogo di sepoltura di eroi della fede
islamica. Molti di essi, come è avvenuto per i cristiani, sono antichi
luoghi di culto pagani, che ottennero diritto di cittadinanza
nell'Islam per via di leggende che ne fecero i sepolcri di Weli.
Secondo la teoria ortodossa, i santi sono invocati affinché per virtù
dei loro meriti intercedano presso Dio, onde conceda ai devoti che si
recano in pellegrinaggio ai loro santuari le benedizioni che essi
domandano. La voluminosa agiografia musulmana, dal Marocco all'India,
dall'Africa all'Asia, ad altre aree di influenza islamica, è piena di
miracoli operati dai santi in vita e di interventi miracolosi e grazie
ai devoti che accorrono alle loro tombe. Poiché non vi sono più
profeti, sono solo i miracoli dei santi che interessano il mondo in
genere. Le reliquie non hanno mai avuto nell'Islamismo l'importanza
religiosa che hanno avuto nel cristianesimo, anche perché fu subito
compreso che tale speciale culto era in realtà un ritorno al
paganesimo. Se è vero che tra il XVIII e il XIX secolo ci fu una
reazione (iconoclasta) contro tali forme, propugnata dal movimento
wahhabita, la permanenza del culto dei santi e la devozione è forte e
riveste carattere non solo spirituale, ma anche creativo.
Sull'argomento della santità e della religiosità popolare e dei loro
sviluppi non si mancherà di tornare in altra occasione.
Casalino Pierluigi, 29.10.2015