Dante, maestro dell'unità del sapere.

Le celebrazioni dantesche, in occasione del 750 anniversario della
nascita del Sommo Poeta, si infittiscono nel mondo intero e
costituiscono uno dei rari ed apprezzati momenti di generale
consapevolezza di italianità e di incontro con la grandezza di Dante e
della sua opera. Un'opera, quella di Dante in cui confluiscono filoni
culturali diversi, che, proprio per tale ragione, rendono ancor più
rilevante il lascito culturale dell'Autore. La straordinaria cifra del
messaggio dantesco si fonda certamente sul suo impareggiabile genio e
sulla sua capacità di recepire in modo originale influenze
apparentemente contrastanti con il patrimonio cristiano. Le fonti
islamiche, iraniche, ebraiche della Commedia, il contributo del
pensiero arabo alla formazione della speculazione dantesca e gli altri
innumerevoli influssi sulla generalità dei testi da Lui composti,
orgogliosamente autonoma non solo nella poesia, fanno di Dante il
protagonista di un'arte raffinata ed orgogliosamente autonoma, non
solo nella poesia, ma anche nella musica, oltre che nella filosofia,
nella scienza, nell'erudizione e nella critica letteraria. L'armonico
moto dei corpi, che, come la musica si configura e suona, si sposa con
l'alta immaginazione e fantasia che Dante sa proporre in uno scenario
pluridimensionale di ampio respiro recitare e far recitare un ruolo
unico nella storia dell'intelletto umano. Dante tiene insieme la
cultura, anzi le diverse culture, circostanza che in Italia si è
tentato spesso di separare con devastanti risultati sul piano della
conoscenza e del sapere, ma anche della didattica pubblica. Anche
sotto questo aspetto il messaggio di Dante suona a monito di fronte
alla presente miseria.
Casalino Pierluigi, 26.10.2015