Abdel Rahman di Trapani

Non sia hanno molte notizie di Abd-al-Rahman di Trapani, rimatore
arabo della corte normanna di Ruggero II, il re che usava fregiarsi
del titolo arabo di "al-Mu'tazz-bì'llah" (il possente per grazia di
Dio). E' possibile che si trattasse di un segretario di corte:è noto,
infatti, che Ruggero, come i suoi successori, si serviva del
cerimoniale e della cancelleria araba, quale segno di vocazione
cosmopolitica e interculturale. Dalla poesia di Abdd-al-Rahman emerge
una personalità complessa e dalla notevole capacità espressiva e
descrittiva, che, per fantasia, si avvicina ai grandi maestri
araboandalusi dell'epoca. E' un poeta moderno che si avvicina alla
nostra sensibilità, quasi anticipando Rimbaud: nei suoi componimenti
non si trova il preludio amoroso, e le metafore sono legate
all'ambiente cortese siciliano. La ricchezza di accenti della sua arte
testimonia la contemporaneità di movimenti poetici, quali quello
ispanico-musulmano e quello provenzale, oltre con quello siciliano, ma
anche quello dei Minnesangher alto-tedeschi, che sembrano tutti
pervasi dallo spirito della tradizione dei "zaga^" e dei diwan del
visigotoislamico Ibn Hazm, pilastro della lirica araboandalusa, e
degli splendori di quella stessa corte di Palermo, ancora aperta a
tutte le influenze della cultura di quell'epoca, così sensibile al
dialogo, nonostante i conflitti e i confronti ideali. Circostanza ben
lontana dalle derive di certo arabismo odierno, che nulla ha a che
spartire con la grande tradizione dell'Islam classico.
Casalino Pierluigi, 26.10.2015