Ferrara: Il Caso Siberiana- di Paolo Giardini

 

Le città che conservano come Ferrara le antiche cinte murarie sono rare, quindi ogni tutela alle nostre mura monumentali è più che auspicabile. Tradizionalmente le amministrazioni ferraresi non brillano per solerzia in queste premure, infatti, salvo episodici exploit conservativi, le mura, quando non sono state demolite o lasciate fruire come cave di mattoni, sono sistematicamente lasciate a se stesse. Perciò risulta inconsueto l’attuale rigore di Comune e Soprintendenza proteso a far sparire da viale IV Novembre il chiosco “La Siberiana” reo di trovarsi entro la fascia di rispetto di 300 metri dalle mura. Sarebbe entusiasmante tanto zelo a difesa dei monumenti, se non perdurassero fastidiose incoerenze.

Si dimentica innanzi tutto che il tratto di mura di Viale IV Novembre è autentico come una dentiera, trattandosi di una risistemazione del percorso in cui si trovava la fortezza pontificia. Ed è pure una ricostruzione micragnosa per altezza e spessore di muro, lasciando all’immaginazione tutto il compito di trovarvi tracce dell’antica imponenza. E’ un simulacro, eppure causa di ingiunzioni e carte bollate a difesa di poco più di un’astrazione del concetto di mura fortificate. Trascurando che il servizio di presidio e mantenimento del decoro quotidiano dell’area verde servita dai gestori della Siberiana non è affatto un’astrazione, proprio quando accresce il bisogno di aree pubbliche permanentemente presidiate. Nonostante ciò, si potrebbe ancora parteggiare per l’inflessibilità della legge, se il rigore fosse autenticamente proteso alla salvaguardia del decoro pubblico. Lo è? Neanche un po’, se osserviamo come sono contemporaneamente tutelati altri tratti di mura “autentiche”. La foto allegata, scattata nel marzo 2005, riproduce la costruzione a forma di bunker, quasi ultimata, accostata al Baluardo di S. Lorenzo adiacente a Porta Paola. Uno scempio che contrasterebbe con le antiche mura a distanza di chilometri, non solo 300 metri. Ma se anche lo scempio fosse considerato una meraviglia architettonica, la legge che impone il rispetto preteso dalla Siberiana non creerebbe crisi di coscienza nei suoi esecutori, dato che si accorgono solo di dignitosi chioschi utili e non di clamorose violazioni urbanistiche. Infatti hanno lasciato che il muro ottocentesco di confine dell’area dedicata alla centrale comunale del gas diventasse un muro perimetrale di un condominio-bunker, distante meno di 10 metri dalle mura del ‘500, alla faccia di tutte le fasce di rispetto previste dalle leggi!

Poiché la coerenza è una moneta che non ha più corso legale, è altamente probabile che il costoso bunker risulti con le carte regola a differenza della povera Siberiana. Ma, sia chiaro, in regola solo per “questi amministratori” e per “questi funzionari pubblici”, spasmodicamente protesi a difendere una legalità necessaria solo a mantenere lo status quo della loro inutilità!

E’ tempo di una Nuova Resistenza.

 

Paolo Giardini